Catullo e Fondazione Arena: colpi bassi tra soci e partiti. Dopo l’assemblea e l’attacco di Mazzucco (Cariverona) La Fondazione deve decidere se restare in aeroporto. Critiche al ruolo della Camera di commercio anche dalla lista del sindaco Tommasi

Ha fatto scoppiare un animato dibattito politico l’ultima assemblea ei soci dell’aeroporto Valerio Catullo soprattutto dopo la dura presa di posizione pubblicata sulla Cronaca di Verona di ieri del presidente della Fondazione Cariverona Alessandro mazzucco, uno dei soci veronesi della società aeroportuale. I fatti. L’assemblea dei soci lunedì scorso approva il nuovo consiglio di amministrazione, rinnova il presidente Paolo Arena, che è pure presidente di Confcommercio, conferma i consiglieri Rita Carisano, Flavio Piva, Fabio Gava, Alessandra Bonetti e Monica Scarpa; quest’ultima lascia il ruolo di ad a vantaggio di Alessandra Bonetti. Entrano i nuovi consiglieri Stefano Wallner e Daniele Giacomazzi per Comune e Provincia di Verona mentre per la Provincia di Trento entra come vicepresidente Lorenzo Delladio. Ora, l’accordo tra Comune e Provincia, cioè Tommasi e Pasini, ha portato a due nuovi ingressi nel cda del Catullo e questo viene salutato come un successo dai sostenitori del sindaco. Il voto però non è all’unanimità, come rivela alla Cronaca il presidente Mazzucco, perché Cariverona si è astenuta in quanto delusa: sperava che entrassero nel cda maggiori competenze. Non solo, viene anche rivelato che serviranno presto non uno ma due aumenti di capitale per far fronte alle spese per il cantiere Romeo e per il rilancio dell’attività aeroportuale. Non solo: Cariverona lancia un duro attacco al ruolo svolto dalla Camera di commercio negli enti: sarebbe poco attiva nel proporre la difesa del sistema Verona, agendo con ruoli politici (vedi Fondazione Arena) quando in realtà si tratta di un organismo economico non eletto. Detto tutto questo, sia di fronte alle posizioni di Cariverona che deve decidere se rimanere ancora nel Catullo o uscire di scena senza aderire ai prossimi aumenti di capitale che verranno chiamati (ci invogliano ad andare via, ha detto Mazzucco) che di fronte all’esito dell’assemblea dei soci, si sono rimbalzate molte prese di posizione da tutte le parti politiche. Sia da parte della maggioranza che sostiene il sindaco Damiano Tommasi, sia da parte del centrodestra. E la battaglia si sposta senza difficoltà dal Catullo alla Fondazione Arena dove sta andando in scena in queste settimane uno scontro frontale senza precedenti.

“Ma Verona non sa più fare sistema”. Tosi: “Potremmo essere la capitale della regione del Garda…” Battaggia: “Mazzucco si è dissociato”

Tra i sostenitori del sindaco, Alberto Battaggia della lista civica Damiano Tommasi riprende le osservazioni di Mazzucco, con riferimento alla Camera di commercio: “Storicamente, i rappresentanti dei soci pubblici nei cda del Catullo sono quelli che prima hanno governato l’aeroporto durante il suo declino fallimentare, e poi lo hanno consegnato, chiavi in mano, alla sovranità di Save, senza negoziare alcuna garanzia di sviluppo in cambio”. E sottolinea: “La Camera di commercio ha sempre avuto un ruolo chiave, in questi passaggi. Credo perciò che il presidente Mazzucco, con il suo intervento, abbia voluto dissociarsi specialmente da questa tradizione. Sarebbe stata necessaria una leadership di grande peso professionale e politico. Un’esigenza tanto più giustificata in quanto, anche giuridicamente, i patti sociali trasferiti a suo tempo nello Statuto hanno reso la posizione dei soci pubblici oggettivamente debole”. Una riflessione sulle parole del presidente di Cariverona arrivano anche dall’ex sindaco Flavio Tosi, vicepresidente della commissione Trasporti della Camera: “Il problema sollevato dal Presidente Mazzucco, che giustamente valuta le scelte per il Catullo sotto l’aspetto della competenza e del vantaggio per la città, esiste e non va sottovalutato. È ovvio che nel cda siedano alcune figure “politiche”, ma è altresì sbagliato non prendere in considerazione anche dei professionisti indiscutibilmente esperti, così come aveva proposto la Fondazione”. Il riferimento è alla proposta che Cariverona aveva sottoposto agli altri soci di nominare in consiglio di amministrazione Zeno D’Agostino, veronese, presidente dell’autorità portuale di Trieste e con importanti cariche in Europa. “In gioco c’è la capacità di programmare e progettare (e difendere) il futuro del nostro aeroporto e quindi il nostro futuro: siamo consapevoli che per Save la prima scelta rimane Venezia, ma proprio per questo il cosiddetto “sistema Verona”, che ahimè non sa più fare sistema, dovrebbe difendere meglio gli interessati del nostro territorio, quale capitale della cosiddetta Regione del Garda, ossia un bacino di circa cinque milioni di abitanti nell’area più ricca e sviluppata del Paese”. Ma dal Catullo alla Fondazione Arena il passo è breve se si prende in considerazione il sistema degli accordi per le nomine secondo il Pd. Che in una nota dei consiglieri comunali Segattini Casella e Rotta dice: “La partita delle nomine per il nuovo consiglio di amministrazione dell’aeroporto Catullo mette bene in luce l’approccio dell’amministrazione Tommasi sulle aziende partecipate, smentendo le polemiche pretestuose su una sua presunta volontà di occupazione indiscriminata dei posti. Nessuno spoil system, nessuna volontà di prevaricazione: il raggiungimento dell’accordo sulla lista unica, qui come per l’elezione del Presidente della Provincia, indica la volontà di collaborare con tutti gli amministratori che hanno responsabilità negli enti e nelle aziende pubbliche veronesi, indipendentemente dal colore politico e nel pieno rispetto reciproco, a patto di vedere rappresentate le istanze e le priorità che l’amministrazione comunale democraticamente eletta di Verona si è data. Ciò non è stato possibile in Fondazione Arena dove fin dall’inizio c’è stato un atteggiamento a dir poco ostativo che ha portato a colpi di mano e forzature inaccettabili, mai viste prima”, dicono i consiglieri del Pd.

Nomine, nuovo scontro tra Pd e FdI. I Dem: “Accordi possibili, ma in Arena forzature”. Maschio: “Squallidi”. E Montichiari?

“L’obiettivo del Catullo”, proseguono i tre consiglieri comunali, “è attuare fino in fondo il piano di sviluppo di cui si parla da ormai troppi anni. Su questo obiettivo di mandato vanno i migliori auguri di successo a tutti i componenti del nuovo cda”. Affermazioni alle quali ha replicato il coordinatore di Fratelli d’Italia, il deputato Ciro Maschio che si è concentrato su Fondazione Arena: “Leggo le imbarazzanti affermazioni di alcuni esponenti del Pd i quali – citando Tommasi – affermano che “gli accordi si fanno con chi riesce a dialogare” riferendosi all’Aeroporto. Bisogna avere la faccia tosta per fare proprio questo esempio…” Maschio aggiunge ricordando “agli smemorati del Pd che il via libera alle nomine in aeroporto é stato dato al tavolo della Provincia con Pasini Presidente, nel quale Fratelli d’Italia ha la maggioranza relativa. Se noi avessimo posto il veto – come ha tentato di fare Tommasi in Arena – facendo pesare i nostri numeri, oggi il Pd non avrebbe il proprio consigliere nominato in quota Provincia in aeroporto”. L’esponente di FdI cita anche un altro caso: “E anche in Solori, dove Tommasi aveva solo un voto su 7, abbiamo dato via libera a nomine senza fare pigliatutto. Quindi noi abbiamo dimostrato di saper dialogare, mentre Tommasi e Pd mi pare che intendano il “dialogo” solo quando devono “prendere” mentre fanno guerra spietata quando devono “lasciare”. Perfino contro la Gasdia, una donna capace che ha fatto risultati straordinari in Arena”. Maschio si allarga di più: “Anche la squallida e arrogante gestione della vicenda Agsm ne é la prova. In ogni caso dopo queste affermazioni offensive dell’intelligenza e della correttezza, voglio assicurare a Tommasi e Pd che non accadrá piú. Perché il dialogo a perdere, a senso unico, solo a vantaggio loro, non può esistere”. Una conferma che ci sarà da attendersi altri scontri negli enti e nelle aziende partecipate, così come resta da verificare cosa accadrà al Catullo dopo le decisioni della Fondazione Cariverona e con l’arrivo dei nuovi consiglieri e del nuovo collegio sindacale. In quest’ultimo organismo è stato nominato il commercialista Nicola Fiorini, figura di primo piano nella politica degli anni Novanta, già coordinatore di Forza Italia ai tempi del sindaco Sironi e presidente di Agsm, valente professionista che più volte pubblicamente in passato si era espresso proprio sulla situazione dell’aeroporto Catullo, sferzando i soci pubblici locali, tra i quali Camera di commercio, “che hanno abdicato al loro ruolo. Non si sono mai fatti valere”, aveva detto anni fa. E c’è infine da capire il futuro dell’aeroporto cargo di Montichiari che secondo i dati di Assaeroporti del primo trimestre 2023 riportati dal Corriere di Brescia, con volumi per 3.113 tonnellate, mostra un incremento del 49,5% sul 2019 ma perde il 9,3% rispetto allo scorso anno. Quest’anno dunque l’attività cargo di Montichiari è in flessione da gennaio a marzo. “Montichiari è ormai diventato da diversi anni un punto di riferimento per la Dhl, che giornalmente dalla città tedesca di Lipsia o da Lubiana, in Slovenia, movimenta un gran numero di merci. Senza dimenticare il ruolo svolto da Poste, in accordo con Amazon, che fa di Montichiari il proprio hub di riferimento nel Nord Italia”. Per il Catullo continua tuttavia ad essere una perdita ma per l’amministratore delegato uscente Monica Scarpa a Montichiari “i parcheggi sono sempre pieni” e a giugno “il numero di pacchi” è stato superiore del 16% rispetto a giugno 2022. C’è ottimismo per tutti.