“C’è una mafia che non spara ma usa “armi“ molto diverse” Il Prefetto: “Negli ultimi anni ha cambiato il suo modus operandi”

“Più di una volta si è fatta in Veneto un’errata valutazione del contesto in merito alla presenza mafiosa, basata solo sul numero di denunce per estorsioni ed usura o per reati violenti – ha sottolineato il Col. Paolo Storoni, Capo Centro Direzione investigativa Antimafia Veneto – In realtà l’infiltrazione sul territorio è stata silente, mirata ad aggredire l’economia sana. Il Veneto non è terra di mafia, ma terra di investimento per le mafie. Le attività investigative hanno fatto emergere la predisposizione di alcuni imprenditori del territorio ad entrare in contatto con soggetti che potevano mettere a disposizione ingenti quantità di denaro. Imprenditori in buona fede, che alla fine si sono trasformati in dipendenti della loro stessa azienda, perché l’obiettivo mafioso è prendere il controllo di queste attività. I settori legali che in Veneto attirano particolarmente il loro interesse sono movimento terra, logistica, trasporti e smaltimento rifiuti”.
“In Veneto le mafie non sono un fenomeno marginale, ma strutturato e radicato. Il che non deve sorprendere, essendo organizzazioni diffuse in tutto il mondo, che operano laddove l’economia è più vitale. Per cogliere fino in fondo le loro capacità, dobbiamo comprendere che si tratta di organizzazioni complesse, molto simili alle aziende, fondate su una struttura di potere verticale e con una chiara divisione dei compiti – ha spiegato Antonio Parbonetti, docente dell’Università di Padova – Sono facilmente riconoscibili i soggetti che sfruttano i canali illeciti, mentre facciamo più fatica ad indentificare i fiancheggiatori della criminalità organizzata. Talvolta sono attori economici (imprenditori, commercialisti, dirigenti di banca) che non svolgono attività immediatamente riconoscibili come illecite, ma sono sistematicamente connessi con l’organizzazione criminale nel suo complesso”.
“Sulla provincia di Verona è acceso da tempo un riflettore riguardo le attività della criminalità organizzata – ha continuato il Prefetto di Verona Donato Giovanni Cafagna – Indubbiamente vi è stata un’accelerazione da parte delle forze investigative per approfondire e analizzare il contesto che ha permesso di individuare gruppi mafiosi, soprattutto ’ndranghetisti, presenti da almeno un paio di generazioni a Verona. Organizzazioni criminali che hanno trovato terreno fertile sia nel settore pubblico che in quello privato. L’analisi del professor Parbonetti è illuminante, perché emergono tutti i tratti distintivi e il modus operandi che ho potuto appurare sul territorio. Questa mafia imprenditrice non spara, si mimetizza, distorce la concorrenza e marginalizza le imprese sane, segue un disegno preciso, avvalendosi di tutte le caratteristiche della criminalità finanziaria, a cominciare dall’uso delle società cartiere per produrre false fatture”.
Questo il report del primo incontro del percorso formativo organizzato dalla Consulta della Legalità della Camera di Commercio di Verona in collaborazione con Avviso Pubblico. L’iniziativa è della Camera di Commercio di Verona.