Che pasticcio questo quadro Dall’accesso agli atti voluto dalla consigliera Bisinella emergono “inquietanti retroscena”. L’opera non è firmata, ma è attributa a Cosroe Dusi per comparazione stilistica. Non esistono perizie sull’autenticità, né sul valore. E’ stato pagato 81.600 euro.

Assume contorni sempre più incerti e fumosi la vicenda che ha portato il Comune ad acquistare il quadro di Giulietta e Romeo per 81.600 euro e attribuito al pittore veneziano Cosroe Dusi, opera che è stata esposta nella Casa di Giulietta da pochi giorni.
Di questa vicenda la Cronaca di Verona si era già occupata la settimana scorsa interpellando anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi che aveva espresso perplessità sulla quotazione dell’opera.
Su questo acquisto aveva presentato una domanda d’attualità la consigliera comunale di Fare, Patrizia Bisinella alla quale aveva risposto l’assessora alla Cultura Marta Ugolini rivelando che è stata data disposizione agli uffici per predisporre un regolamento, oggi mancante, sugli acquisti di opere d’arte da parte dei Musei civici.
Non soddisfatta della risposta, la consigliera ha presentato una richiesta di accesso agli atti ed è venuta così in possesso della proposta originaria di acquisto da parte di una galleria di antichità del centro storico nei confronti della direzione dei Musei civici. Sono ancora tanti, e forse sono anche aumentati, i motivi di dubbio su questa storia tanto che vi sarà un esposto alla Corte dei Conti, visto l’esborso di denaro pubblico per un’opera d’arte che non è stata stimata da alcun esperto, non è stata periziata né certificata. Anzi, non essendo firmato, il quadro è solamente attribuito a Cosroe Dusi dal gallerista sulla base di una “comparazione stilistica”..
“È inquietante quanto emerso dalla mia richiesta – afferma Bisinella – poiché l’acquisto del dipinto voluto dalla Dott.ssa Rossi, direttrice dei Musei civici, acquisisce ogni giorno di più profili di fumosità che lo rendono anomalo e incomprensibile”.
Perché? I punti di interesse sono più di uno. Innanzi tutto, “nella proposta di commissione del venditore viene esplicitamente riportato che l’opera non è firmata e che quindi l’attribuzione a Cosroe Dusi è avvenuta solo per comparazione stilistica”. E nessuno a Palazzo ha pensato di far periziare il quadro da autorità del settore.

“Le perizie su valore e autore non ci sono”

La proposta parte dal gallerista che si rivolge per iscritto alla direzione dei Musei civici “e in questa proposta -osserva Bisinella-, si fa riferimento a “accordi intercorsi“ con la Direzione dei Musei: la giunta e l’assessore competente Ugolini ne erano al corrente?”.
Quali sono gli accordi intercorsi quindi visto che nella proposta del gallerista sono già riportati gli importi per il quadro (81.600 euro) e per una scultura in marmo (8.400) per un totyale di 90 mila euro?
Prosegue la consigliera di Fare: “Mi chiedo su quali basi certe è stato stabilito il valore e il costo dell’opera? La stima avvenuta da parte di altri soggetti coinvolti è davvero sufficientemente tecnica e super partes, tale da certificarne l’attribuzione e soprattutto il valore effettivo per 81.600 euro?”.
I dubbi dunque sono relativi sia al valore dell’opera che non appare certificato sia alla paternità del quadro.
“Il certificato di autenticità in cui si attribuisce la paternità dell’opera è firmato dallo stesso venditore, quindi considerato l’utilizzo di soldi pubblici la procedura appare quantomeno bizzarra. Ancora più bizzarra e antipatica – continua Bisinella – appare la dicitura nella proposta di commissione, come riportato dal venditore, che stanzia la cifra di vendita vincolata all’acquisto contestuale di due opere, come se la seconda, la statua di un marinaretto di marmo bianco, opera dello scultore veronese Innocenzo Fraccaroli, fosse messa lì non perché ritenuta strategica per l’offerta artistica della città, bensì per raggiungere l’importo complessivo di spesa, ben 90mila euro”.
Tutte perplessità che l’intervento in Consiglio comunale dell’assessora Marta Ugolini evidentemente non è servito a fugare.
“Da profana del mondo dell’arte mi chiedo se sia prassi corretta e trasparente quella di praticare offerte 2X1 (anche questa procedura quantomeno inusuale) e mi piacerebbe sapere anche su questo se la scelta compiuta sia stata condivisa dalla Giunta e dall’assessora Ugolini”.
Perché può essere vero che le direzioni hanno budget propri e possono agire in autonomia, ma l’acquisto poi finisce comunque nel bilancio comunale. E l’assessorato di riferimento avrebbe voluto essere informato preventivamente.
Infine – conclude Bisinella – “mi chiedo se la scelta di abbellire un sito già di per sé molto frequentato da un turismo internazionale come la Casa di Giulietta avesse davvero necessità dell’aggiunta di questo dipinto, come opera di nicchia, e perché invece non si sia scelto di utilizzare un’altra tra le tante, tantissime, opere d’arte di pregio già di proprietà del Comune e dimenticate nei sotterranei dei nostri musei”.
Un patrimonio di migliaia di quadri.
“Su tutto questo, -conclude- anche per rispetto del principio di trasparenza e oculatezza nella gestione delle pubbliche finanze, cioè su come vengono spesi i soldi dei cittadini, presenterò un esposto alla Corte dei Conti.”