Chievo, la fine di un sogno. Parola d’ordine, ripartenza. E’ Aglietti la prima certezza SERIE B. Delusione a La Spezia, niente finale play off

E adesso, è già domani. “Peccato” ha scosso la testa Aglietti. “Peccato perchè potevamo farcela, anche se non ho niente da recriminare,la squadra ha dato tutto quello che aveva. Sapevo che la squadra era affaticata, purtroppo la stanchezza è uscita tutta contro uno Spezia molto fisico, che ci ha creato problemi. E il gol a freddo è stato un altro colpo duro da digerire”.
Non cerca scuse, Aglietti. “No, non cerco scuse perchè c’è da essere orgogliosi del percorso fatto. Abbiamo una delle squadre più giovani del campionato, a volte ce ne dimentichiamo. Siamo arrivati fin qua, ci è mancato un attimo per arrivare alla finale e sognare ancora. Ripartiremo, ci riproveremo”.
Il futuro? Aglietti fa capire che “…se non ci sono terremoti, io sto bene qua. C’è feeling con la società, si è lavorato bene, per me nonci sono problemi”.
Su di lui ci sono parecchie squadre di B, una su tutte, la Salernitana che vuole ricostruire per tornare in A. E il lavoro di Aglietti non è passato inosservato. Sia per quanto fatto al Chievo, ma anche per quello che aveva fatto un anno fa all’Hellas.
Ma dovrebbe essere proprio Aglietti, il primo tassello della nuova stagione, che giò propone molte incognite per Campedelli. Prima di tutto, la questione economica. Il Chievo incasserà “solo” i dieci milioni del paracadute, contro i 25 di un anno fa. Vuol dire che non avrà grande ossigeno per andare sul mercato e dovrà essere bravo De Giorgis, a lavorare per trovare qua e là, gente giovane, affamata, che abbia la “faccia da Chievo” e pretese in linea col nuovo corso.
Tra chi resterà, non ci saranno sicuramente Obi, Djordjevic e Giaccherini, che hanno ingaggi pesanti e non più sostenibili. Insomma, si va verso una “ripartenza” con altre premesse, per completare comunque una squadra che potrebbe perdere anche Semper (c’è il Torino su di lui), che non avrà più Vignato (al Bologna), Segre (tornerà al Toro).
Insomma, un’altra mezza rivoluzione. Sullo sfondo, ultimo, ma non meno importante, il ruolo di Sergio Pellissier. L’uomo della ripartenza o una bandiera ammainata? Pellissier se n’è stato in disparte, in questi ultimi tempi, ma la questione è aperta e va risolta. Per quello che è stato e per quello che ancora può essere. Sarà lunga (e caldissima) l’estate di Campedelli.