Ciclabili, il rischio delle incompiute La Giunta approva due progetti di fattibilità. Un itinerario va da Le Grazie fino a Marchesino per 2,5 milioni. Spesso però i percorsi finiscono nel nulla. Perchè non collegarla con la pista delle Risorgive? Mancherebbero poche centinaia di metri.

Il Comune di Verona prosegue nel programma (meritorio) di costruzione di nuove piste ciclabili e recentemente la Giunta ha approvato due progetti di fattibilità per altrettanti itinerari. Il primo va dal parcheggio scambiatore della Genovesa, Verona sud, alla Fiera. Un itinerario di servizio per offrire una valida alternativa a chi voglia recarsi alle manifestazioni su due ruote dopo aver parcheggiato.
Il secondo riguarda sempre la zona a sud della città e va da via Legnago a Marchesino di Buttapietra passando da Cadidavid ed è contraddistinto con il numero 7. La spesa preventivata è di 2,5 milioni.
Si tratta di un percorso sicuramente di grande utilità dal momento che la direttrice stradale che da sud entra a Verona è molto, molto trafficata con code praticamente a tutte le ore e congestioni nelle ore di punta. Una ciclabile utile anche per spostamenti di prossimità e per andare in paese o a scuola. Ma che potrebbe migliorare. Vedremo come.
Il progetto prevede che sulla Statale 12 proprio per il consistente traffico, rappresentato soprattutto da un elevato numero di mezzi pesanti, sarà realizzata una pista ciclabile in sede propria sicura per riuscire ad affrontare un tratto pericoloso.
A Cadidavid, in ambito urbano, laddove gli spazi stradali sono ristretti e dove allo stato attuale il limite è sotto i 50 km/h, si prevedono percorsi promiscui cicloveicolari. Importante è l’intervento presso il sottopasso dell’autostrada a Strada Le Grazie: un punto difficile che si supererà in promiscuo grazie alla presenza di un semaforo che gestisce il traffico in maniera alternata.
Il percorso partirebbe da Strada Le Grazie vicino alle piscine per poi proseguire in via Turazza vicino al camping Verona Village, quindi via Forte Tomba sulla Statale 12, Canale Giuliari fino ad entrare a Marchesino in via Ca- di Raffaldo e via Geraldo. Fine. E qui il ciclista che fa?

Va collegata con la ciclabile Risorgive

La ciclovia infatti che nasce per collegare frazioni con la città, rischia di essere una grande occasione perduta. Perché andrebbe agganciata al grande sistema delle ciclabili del nostro territorio. E continuare a costruire piste ciclabili che nascono e muoiono in mezzo al nulla ha poco senso e le rende poco utilizzabili. Sarebbe molto utile invece procedere con una visione generale d’insieme, guardando all’esistente. E allora si potrebbe fare un grande salto di qualità.
Prendiamo per esempio il caso di questa ciclabile il cui termine o inizio è previsto a Marchesino. E’ difficile pensare che qualche ciclista arrivi a Marchesino in auto per imboccare la ciclabile e andare in città.
Se invece allarghiamo un po’ la mappa, scopriamo che Marchesino dista poche centinaia d metri, forse nemmeno un chilometro, da una importantissima e frequentata ciclabile, quella delle Risorgive. La ciclabile delle Risorgive parte da San Giovanni Lupatoto, parco Pontoncello, ciclabile Pantani per capirci e attraversa la provincia fino a Valeggio. Passa giusto sotto Marchesino. Le due ciclabili potrebbero essere allacciate se la ciclabile n.7 prevista dal Comune proseguisse un po’ verso sud lungo via Dolomiti (vedi cartina sotto) o il Menago.
Verrebbe così a crearsi un collegamento strategico per chi va in bicicletta: il ciclista potrebbe partire dalla ciclabile Pantani, percorrere un tratto della ciclabile delle Risorgive, svoltare verso Marchesino e rientrare in città in tutta sicurezza. O il contrario. Semplice no?