Con il primo tappeto rosso c’è la storia del Comandante Il film di Edoardo De Angelis dedicato all’eroico Salvatore Todaro

“Recentemente ho rivisto Morte a Venezia di Luchino Visconti: c’è qualcosa di Venezia che si presta molto bene al film e all’atmosfera cinematografica». Un esordio all’insegna della «celebrazione del cinema”, quello del regista Damien Chazelle, presidente di giuria per l’80ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che durante la conferenza stampa d’apertura tenutasi nella mattinata di oggi al Palazzo del Cinema, ha introdotto le categorie del festival, le opere in concorso e i colleghi con i quali condividerà l’esperienza – tra gli altri, i due registi Jonas Carpignano e Alice Diop -, riservando un pensiero particolare al valore del cinema come arte e come mestiere, a tutti i professionisti che popolano questo macrocosmo: «oggi è il 101esimo giorno dello sciopero degli sceneggiatori a Hollywood, 48esimo giorno per gli attori», ha ribadito Chazelle indirizzando la sua riflessione ai colleghi impegnati nello strike Hollywoodiano; «ogni opera d’arte è importante, dobbiamo sostenere l’arte sopra il contenuto. È importante che, mentre siamo qui a celebrare l’arte con questo festival, ricordiamo anche questo sciopero e il duro momento che Hollywood sta vivendo». Nonostante l’assenza degli attori dei film legati agli studios, Barbera ha confermato la presenza di molte altre star da produzioni indipendenti, tra le quali compaiono nomi del calibro di Jessica Chastain e Adam Driver, così come del cast di Priscilla, atteso biopic di Sofia Coppola su Priscilla Prestley. Ben oltre il rammarico per l’assenza di alcune star, il Concorso ufficiale di Venezia 80 inizia con il botto e nella celebrazione del cinema italiano, con la mattinata di oggi occupata dalla proiezione di Comandante, film di Edoardo De Angelis su Salvatore Todaro, eroico comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina che nell’ottobre del 1940, dopo aver affondato un mercantile belga ostile, decide di disobbedire agli ordini che gli erano stati impartiti e di salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano, per sbarcarli nel porto sicuro più̀ vicino, come previsto dalla legge del mare. «Una storia di coraggio e di grande umanità», ha commentato il regista in conferenza stampa, una vicenda capace di raccontare la forza e il sacrificio di un gruppo di marinai diversi tra loro per provenienza, costumi e idee, ma uniti da una compassione umana che persino nelle condizioni più complesse non può che vincere su ogni conflitto.
Altra protagonista della giornata è la novantunenne Liliana Cavani, che nel pomeriggio riceverà il Leone d’Oro alla Carriera: «Sono molto felice e grata alla Biennale di Venezia per questa sorpresa bellissima», ha dichiarato, nell’accettare la proposta. Liliana Cavani, quest’anno Fuori concorso con il film L’ordine del tempo, ha partecipato alla Mostra di Venezia già nel 1965 con Philippe Pétain: Processo a Vichy, Leone di San Marco per il documentario, e poi più volte con Francesco d’Assisi (1966), Galileo (1968), I cannibali (1969), tra gli altri, fino a Il gioco di Ripley (2002) e Clarisse (2012).
Maria Letizia Cilea
Martina Bazzanella