Così FdI vuole scalare il Veneto Ciro Maschio, parlamentare e segretario provinciale del partito meloniano, traccia la rotta: un grande risultato alle Europee per dettare legge dopo nelle trattative per le Regionali. “Dobbiamo avere una rappresentanza adeguata al 30%”. “Zaia? Sa già cosa fare”.

Fratelli d’Italia punta tutto sulle Europee di giugno: l’obiettivo è sbancare con un risultato che non ammetta discussioni. Un bottino con il quale poi affrontare la trattativa per le Regionali del 2025 da una posizione di grande forza rispetto agli alleati di Forza Italia e Lega. Per questo sono giornate convulse nel centrodestra: la Lega per non perdere altro terreno nel Nordest vorrebbe lanciare il generale Roberto Vannacci e fa le barricate per garantire il terzo mandato a Luca Zaia; Forza Italia fa campagna acquisti e cerca di indebolire Zaia per sorpassare la Lega nelle urne.
In uno scenario già di per se complesso si intreccia poi la partita delle riforme: autonomia differenziata da un lato con la Lega grande sponsor e premierato/ presidenzialismo dall’altro, riforma tanto cara alla premier Meloni.
E che Fratelli d’Italia voglia condurre il gioco lo conferma il segretario provinciale Ciro Maschio, presidente della commissione Giustizia alla Camera.
On. Maschio, tra riforme, terzo mandato, regionali ed europee c’è un ingorgo che fa crescere le tensioni nel centrodestra?
“Partiamo dalle Europee intanto. Non solo perché le prossime elezioni sono fondamentali dal momento che le decisioni dell’Unione europee toccano la nostra vita quotidiana. Ma anche perché saranno il banco di prova per testare il consenso del Governo e di Fratelli d’Italia in particolare. Gli assetti che usciranno dal voto delle Europee saranno quindi importanti per le successive prospettive regionali di ciascun partito e per le altre decisioni da prendere sul territorio. Per questo siamo concentrati in modo forte sul territorio per la campagna elettorale in vista del voto di giugno”.

“FdI ora vale il 30%, posti da rivedere”
Maschio: “Serve una rappresentanza adeguata, abbiamo diversi nomi ma è prematuro”

On. Maschio, in tutto questo c’è il braccio di ferro sul terzo mandato ai governatori…
“E’ prematuro dire e decidere oggi cosa sarà per il terzo mandato dei presidenti delle Regioni e il conseguente totonomi per il Veneto. Su questo tema, deciderà il Parlamento, anche dopo il voto europeo: in questo momento non è chiaro se la proposta del terzo mandato avrà un realmente un futuro, se ne discuterà in aula”.
Però Fratelli d’Italia non fa mistero che punta alla presidenza del Veneto…
“ E’ prematuro parlarne, ma sicuramente posso dire che è normale che Fratelli d’Italia che 5-10 anni fa era al 2,5% e ora è al 30% rivendichi una rappresentanza che coincida con il consenso attuale e non con quello del passato. Siamo diventati il primo partito italiano e abbiamo le carte in regola per ambire a una giusta rappresentanza e FdI ha sicuramente diversi nomi da proporre ma lo vedremo a tempo debito. Un passo alla volta”.
Allora adesso avanti con le Europee: ma la premier Meloni si candiderà dopo che Salvini e Tajani hanno detto di no? FdI trainato dalla Meloni rischia di spazzare via gli alleati o no?
“So che ci sta riflettendo, ha la lucidità e l’esperienza per capire quale sarà la scelta più giusta. Non faccio previsioni. In passato i leader si sono quasi sempre candidati anche quando erano al Governo, pensiamo a Berlusconi. La Meloni farà le giuste valutazioni, è ancora presto anche se ci sono le liste da costruire”.
Zaia ve lo aspettate candidato alle Europee?
“Zaia è un altro di quei leader con le carte in regola e il consenso per candidarsi. Deve decidere cosa fare da grande nel caso in cui non arrivasse il terzo mandato. Lui tiene le carte coperte fino all’ultimo, secondo me ha già un’idea ben chiara di cosa vuol fare ma lo dirà solo al momento giusto. Non fa mai nulla per caso, ha le idee precise sulle Europee”.
Riforme: tra autonomia e premierato che accordi ci sono?
“C’è l’intenzione come da programma elettorale di realizzare tutte e due queste riforme e procedono nelle rispettive commissioni con i tempi previsti. Ci sarà un confronto sulle rifiniture, ma l’obiettivo di fondo è confermato da tutto il centrodestra. Le tempistiche e i contesti costituzionali sono diversi ma non è pensabile farne una senza l’altra”.

“Autonomia e premierato insieme”

Perché sono così legate tra loro le due riforme?
“Perché vanno a costruire un quadro di valorizzazione delle autonomie in un assetto di unità nazionale ancora più rafforzata da un premier direttamente eletto dai cittadini. Senza per questo alterare gli equilibri costituzionali tra i poteri dello Stato. C’è inoltre la riforma degli enti locali che viene avanti…”
E che cosa prevede?
“E’ stata trovata un’intesa nella maggioranza per togliere limiti di mandato nei Comuni fino ai 5 mila abitanti e consentire il terzo mandato nei Comuni fino a 15 mila abitanti. Questo cambierebbe le dinamiche anche per molti dei 48 Comuni che andranno al voto a giugno nel nostro territorio. Si tratta di capire se per la data del voto di giugno la modifica sarà già approvata o no”.
Tra regionali, riforme e candidature europee, salgono le tensioni nella maggioranza…
“Nessuna di queste tensioni è tale da compromettere il lavoro del Governo e la tenuta della maggioranza parlamentare. E’ normale che le elezioni europee abbia aumentato la competizione tra gli alleati ed è anche positivo questo aspetto perché così ciascuno cercherà di recuperare più voti possibile dall’area dell’astensionismo ed è altrettanto normale che ci sia un confronto, in base agli equilibri attuali, per trovare le candidature migliori, magari cambiando anche gli uscenti”.
Dopo il voto europeo, come si organizzerà il centrodestra? Fdi e Forza Italia potrebbero avere una strada diversa dalla Lega…
“Non mi risulta che le collocazioni diverse dei tre partiti nella Ue possa creare tensioni particolari nella maggioranza di Governo. Può darsi invece che le elezioni europee possano determinare un cambiamento rispetto al passato. Se si verificherà una crescita dei partiti dello schieramento popolare e conservatore rispetto al partito socialista europeo, auspichiamo un riassetto nelle maggioranze del Parlamento europeo e della Commissione, con nuovi equilibri. Anche per questo è fondamentale che i movimenti di centrodestra abbiano un buon risultato per cambiare l’asse Ppe-Pse”.
m. batt.