Crisi ucraina e scacco agli Usa. Valdegamberi fuori dal coro La mossa russa è uno scacco agli Usa. Accetterà lo status quo ma guadagna sull’energia

Prima la Nato, contro ogni impegno preso, entra e vuol dettar legge a casa degli altri. Poi ci si lamenta perchè gli altri la mettono alla porta”. Così la pensa il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi, eletto nella lista Zaia e poi, come già nella passata legislatura, passato al gruppo misto per non lasciarlo in mano all’opposizione. L’esponente della Lessinia che era sceso in campo anche nella precedente crisi internazionale nella penisola di Crimea, prosegue nella sua personalissima narrazione avvicinandosi sempre più alla Destra americana che applaude a Putin perchè autoritario.

“Come sempre la storia insegna che quando si vuole imporre agli altri in situazioni di debolezza condizioni vessatorie, gli altri le subiscono fin che possono, poi si ribellano. Successe così nella Germania di Hitler dopo le umilianti condizioni poste da francesi e inglesi per la sconfitta nella prima guerra mondiale”, scrive Valdegamberi su Facebook, in un lungo post in cui sostiene che la mossa russa sul Donbass sia in realtà una reazione alla continua espansione della Nato, che si è spinta troppo in là volendo coinvolgere l’Ucraina: “uno Stato mai esistito in quanto è sempre stato un tutt’uno con la Russia”.
In Ucraina “è nata la nazione russa nel IX secolo, grazie ai Rus, quei vichinghi scesi lungo le rive del fiume Dniepr che bagna Kiev. Parlare di Ucraina come entità diversa dalla Russia è parlare di un qualcosa che non ha senso. Il popolo russo si è riconosciuto come tale proprio nelle terre Ucraine”, continua Valdegamberi, che parlando alla ‘Dire’ afferma che la divisione tra Ucraina e Russia “è un’astrazione che è nata negli ultimi anni” e che “nessuno in Ucraina si sognerebbe di dire che non è un russo. Conosco gente del Donbass, conosco gente della Crimea e sono fermamente convinti delle scelte che hanno fatto, non sono stati né occupati né obbligati. Ma noi diamo sempre una lettura pro domo nostra delle cose, non andiamo mai ad ascoltare gli altri”.
Vero, ci sono dei dissidi interni, ma sono stati “appoggiati, pensando di farla franca e di averla vinta”. E con quale scopo? “I conflitti di solito nascono sempre per secondi fini, c’è sempre da chiedersi, a chi giova?”, continua Valdegamberi. “Il mercato mondiale dell’energia è sempre stato il principale motore dei conflitti. Il gas russo era troppo a buon mercato e faceva concorrenza a quello americano. Ora I prezzi soni saliti e la musica cambia. Un conflitto contribuirà a tenerli alti per un bel po'”, scrive sul social. “Qualcuno fa grandi profitti, altri grandi perdite, facendo perdere di competitività i loro sistemi economici. Lo aveva capito molto bene Enrico Mattei, non a caso fu ammazzato. Mentre l’Europa piange, Qualcuno che fa da regia se la ride”.
E chi se non gli Stati Uniti? “Hanno dei benefici”, afferma Valdegamberi alla ‘Dire’. Ora “visto che non sono stati rispettati gli accordi di Minsk, l’ingresso della Russia nel Dombass è secondo me un modo per garantire che l’Ucraina non entrerà nella Nato, perché altrimenti sarà guerra con la Russia. Gli Stati uniti non hanno voluto rispettare gli impegni, ora sono costretti a dare una risposta. O vanno alla guerra o accettano lo status quo. Faranno sanzioni, ma ormai ne hanno messe talmente tante… E tutto perché non si è mai voluto sedersi attorno ad un tavolo e riconoscere come interlocutore la Russia”.
Valdegamberi avrà anche tutte le sue buone ragioni, ma da qualche secolo è stato inventato il diritto internazionale proprio per cercare di dirimere le questioni tra Stati sovrani senza ricorrere alla forza. E cosa direbbe il consigliere regionale se la vicina Austria, erede storica dell’Impero austroungarico decidesse di annettersi il Veneto dato che per un lungo periodo lo ha pure amministrato e dicono anche bene. Del resto qualche nostalgico di Maria Teresa in giro per piazza Bra lo puoi sempre trovare.