Dal Traforo al Catullo un terremoto. I nodi della mobilità Il presidente Riello: “Preferisco la galleria”. L’ex sindaco Zanotto: “Bene la Gronda, lo sviluppo è a sud”. Vertice Roma con Rfi per l’Aeroporto. A San Giorgio una rotonda al posto del semaforo

GIUSEPPE RIELLO

Riello: “Meglio il Traforo”. Zanotto: “Giusta la Gronda”

Il presidente della Camera di commercio si schiera per l’opera sotto le Torricelle. L’ex sindaco: “Lo sviluppo della città è a sud, lì il futuro”

Non c’è nulla, o quasi, che divida i veronesi quanto il tema della mobilità e del traffico. In una Verona da sempre “autocentrica” il dibattito si infiamma non appena si tratta di scegliere cosa fare e si torna agli schieramenti opposti tra Montecchi e Capuleti.
E così sulla scelta dell’amminstrazione Tommasi di utilizzare i 54 milioni della società autostradale serenissima A4 per realizzare la minitangenziale per la Marangona nella zona sud ovest della città, togliendoli dalla precedente destinazione che era quella del Traforo ha spaccato in due l’opinione pubblica.
Anche se la vicesindaca Barbara Bissoli e l’assessore all’Ambiente e Mobilità Tommaso Ferrari hanno precisato che un’opera non esclude l’altra e che per il passaggio a Nord va trovata in tempi brevi una soluzione che liberi dal traffico Veronetta e il Teatro Romano, rimane comunque lo scontro sulle priorità di cui ha necessità Verona.
Se Confindustria e Confcommercio hanno salutato positivamente la strada di Gronda per la Marangona, la prensa diversamente Giuseppe Riello presidente della Camera di Commercio, che non fa misteri di preferire il Traforo come opera infrastrutturale in grado di influire sui grandi flussi di traffico. Obiettivo che la strada di Gronda non può avere perché troppo decentrata e limitata.
Dice infatti Riello alla Cronaca di Verona: “Capisco che affrontare un’opera finanziariamente così impegnativa come il Traforo delle Torricelle sia difficile, ma occorre una visione di lungo periodo per valutare pro e contro di un’infrastruttura che ritengo prioritaria per lo sviluppo economico della città e per il benessere della popolazione”.
Riello infatti spiega perché la sua preferenza è per il passaggio a nord: “Il traforo decongestionerebbe il traffico cittadino e devierebbe al di fuori dell’area metropolitana il traffico pesante. Il traforo faciliterebbe la mobilità delle persone e delle merci, favorendo lo sviluppo economico della città che è ferma da anni tra vincoli e divieti”.

Risorse, impatto ambientale, sviluppo a sud: i perché della scelta

Per il presidente Riello una viabilità migliore a nord e collegata ad A4 e A22 attirerebbe molte imprese. Zanotto: “La Gronda è fattibile”

“Con una viabilità migliore, grazie anche agli interventi previsti dalle autostrade A4 e del Brennero, Verona diventa più appetibile per le imprese che purtroppo spesso scelgono siti alternativi alla nostra area per i nuovi insediamenti portando la produzione di lavoro e di valore altrove”, sostiene Riello.
Il Traforo avrebbe tutt’altro impatto rispetto alla strada di Gronda, sull’ambiente e sui quartieri e questo va valutato con attenzione: “Sono consapevole naturalmente delle preoccupazioni legate all’impatto ambientale dell’opera. Tuttavia, credo che questi rischi possano essere mitigati attraverso la progettazione e la realizzazione di un traforo sostenibile. In particolare, è importante prevedere misure per ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico, nonché per preservare la flora e la fauna del territorio”.
E la strada di Gronda che benefici può dare? “Quanto alla strada di gronda, mi pare un intervento specifico non in grado di influire sulla bonifica dei flussi complessivi di veicoli”. Insomma, per il presidente della Camera di commercio si tratta di un’opera pensata per una zona ben precisa della città, la Marangona che andrà infrastrutturata, ma non di una portata tale da modificare la mobilità cittadina.
Una valutazione chiara quella di Riello anche se la strada di Gronda, come ricordato da Bissoli e Ferrari, è contenuta nel Libro bianco di Unioncamere del 2022 tra le opere prioritarie da realizzare, ma tra queste ce ne sono anche altre che non vengono prese in considerazione come il collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo (vedi altro articolo), pure questo ritenuto indifferibile ma sempre tenuto nel cassetto.
Di parere diverso l’ex sindaco della città, Paolo Zanotto, avvocato, che durante la sua amministrazione comunale si era sempre battuto per uno sviluppo a sud di Verona e proprio per questo erano state impostate alcune infrastrutture da realizzare.
E infatti l’ex sindaco promuove la scelta dell’amministrazione Tommasi: “Trovo la soluzione della strada di Gronda opportuna, intelligente, funzionale e, cosa non secondaria, perfettamente fattibile”, dice Paolo Zanotto.

“Scelte strategiche”. “No, le cancellate”

Botta e risposta fra Traguardi e Verona Domani. “Tommasi prigioniero delle liti della sua Giunta”

Perché? “Primo, perché rappresenta la infrastruttura necessaria per lo sviluppo della Marangona, che potrà così partire con gli insediamenti dell’innovazione”.
“Secondo: dà finalmente respiro ai quartieri di Santa Lucia e Golosine da un traffico altrimenti non risolvibile. Inoltre, terzo punto, conferma la scelta, a mio avviso più corretta, che vede nel sud della città la direttrice dello sviluppo e della crescita, e che viene troppo spesso sottovalutata rispetto ad un improbabile e non sopportabile sviluppo sul versante nord di Verona”.
Un indirizzo emerso anche durante l’amministrazione guidata da Zanotto: “Ai tempi della mia giunta l’assessore Uboldi aveva inserito nel programma delle infrastrutture questa strada, unitamente agli altri due interventi risolutivi, tra cui il ribaltamento del casello di Verona sud e il prolungamento della 434 fino a Basso Acquar”.
A sostegno della scelta dell’Amministrazione Tommasi interviene anche il Movimento civico Traguardi cui fa riferimento l’assessore Ferrari. “L’Amministrazione in carica mette in cantiere progetti fondamentali per lo sviluppo della città dopo che da tanti, troppi anni si sente parlare di imprese faraoniche senza vederne la realizzazione”, dice in una nota Traguardi..
“Rispetto alle Amministrazioni precedenti, che ora si divertono a trasformare la loro inconcludenza in mistificazione e l’inettitudine in falsità, siamo orgogliosi di poter dotare la città di infrastrutture strategiche e necessarie alla vita della comunità. Anziché diffondere fandonie sul traforo, se i consiglieri e gli esponenti dell’opposizione che ricoprono ruoli importanti a Roma e a Venezia vogliono davvero contribuire alla sua realizzazione, si diano da fare per far arrivare ulteriori investimenti a Verona. Dal canto suo l’assessore Tommaso Ferrari ha già dimostrato che un’interlocuzione positiva fra il Comune e i ministeri fa bene alla città”.
Alla maggioranza risponde il consigliere comunale di Verona Domani Paolo Rossi che boccia la scelta della strada per la Marangona: “Il traforo è un’opera necessaria per lo snellimento della viabilità della città. La sua realizzazione permetterebbe a chi deve attraversare la città di risparmiare tempo e superare notevoli disagi, oltre che diminuire l’inquinamento cittadino, che anche in questi giorni è alle stelle. Siamo pienamente consapevoli della complessità dell’opera, ma altrettanto convinti della sua utilità e necessità”.
“ I tecnici che hanno redatto il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile hanno definito la sua necessità- prosegue Rossi-. Questa amministrazione approva tale piano e poi stralcia le opere più importanti. Ci spiace purtroppo constatare che ancora una volta il sindaco Tommasi prende le decisioni in base a ciò che più conviene per tenere calmi gli animi nella sua Giunta. Si dimostra un burattino in balia dei capricci dei suoi assessori, che negli anni passati hanno osteggiato questo progetto, come l’allora consigliere Bertucco”.
Secondo il consigliere comunale di Verona Domani sarebbero gli screzi all’interno all’esecutivo di Palazzo Barbieri a disegnare le scelte strategiche: “Lo sviluppo della città di Verona da oltre un anno è oggetto di una montagna russa di sentimenti che portano a continui cambi di rotta e Tommasi, invece di fare il sindaco, si fa manovrare dai suoi assessori, senza però tenere conto della gravità e delle conseguenze delle sue azioni”.

Collegamento su rotaia con il Catullo qualcosa si muove con le Ferrovie

Vertice a Roma con Rfi, Regione e sindaci di Verona, Villafranca e Sommacampagna De Berti: “Interconnessioni con la Verona Mantova, il lago di Garda e la Milano-Venezia”

Qualcosa si muove per realizzare o almeno progettare il collegamento ferroviario tra la stazione di Porta Nuova e l’aeroporto Catullo, una delle opere più richieste dai veronesi e pure questa, come la strada di Gronda della Marangona, inserita nelle ‘elenco di opere prioritarie e indifferibili dal Libro bianco delle infrastrutture predisposto nel 2022 da Unioncamere del Veneto.
Oggi infatti si è tenuto a Roma un incontro tra Rfi e Regione Veneto insieme con i sindaci interessati dal passaggio del collegamento ferroviario. Collegamento che, come avevamo già anticipato nelle scorse settimane, dovrebbe proseguire dall’aeroporto verso il Garda allacciandosi alla Milano-Venezia e alla linea del Brennero.
“Sono molto soddisfatta degli esiti dell’incontro preliminare che si è tenuto questa mattina a Roma con Rfi, i sindaci dei Comuni di Verona, Villafranca e Sommacampagna e l’amministratore delegato dell’Aeroporto Catullo”, afferma la vicepresidente della Regione Elisa De Berti, assessore alle Infrastrutture.
“Il tavolo è stato indispensabile per avviare un confronto sullo sviluppo del collegamento ferroviario tra Verona e l’aeroporto scaligero. Gli amministratori hanno preso visione delle prime ipotesi progettuali per una interconnessione su ferro tra il Catullo e le linee Verona-Mantova e Milano-Venezia e, conseguentemente, l’intera direttrice nazionale del Brennero, confermando la volontà di collegare l’aeroporto mediante la ferrovia”.
De Berti puntualizza poi che non sono previste altre ipotesi di collegamento se non quello ferroviario: “Ci tengo a ribadire, sgomberando il campo dagli equivoci originatisi qualche settimana fa, che la Regione non ha mai chiesto a Rfi di sviluppare una soluzione non ferroviaria. Pertanto, quanto dichiarato nei giorni scorsi è frutto di mera fantasia da parte di taluni che molto probabilmente non sanno come impiegare il tempo”.
Il collegamento su ferro tra il capoluogo scaligero e l’Aeroporto di Verona, che si inserisce nel più ampio progetto di connessione con la sponda orientale del Lago di Garda. Ora Rfi aggiornerà le valutazioni tecniche con gli esiti del confronto con il territorio.
“Coniugare collegamenti sostenibili con turismo e attività imprenditoriali resta la nostra mission – ha precisato la vicepresidente De Berti –. La Regione sta lavorando per lo sviluppo del territorio, che ha bisogno più che mai di interconnessione tra reti di
trasporto, per una mobilità che, nel rispetto dell’ambiente, garantisca maggiore sostenibilità al trasporto su gomma e consenta lo sviluppo dell’Aeroporto quale hub dell’area centrale Padana”.
mb