Déjà vu: vietato ciò che è consentito. Torna un po’ di normalità. Per quanto? Gran parte dell’Italia è tornata in zona gialla, ristoranti, bar e negozi si rimboccano le maniche per tentare di tamponare le perdite, la gente (che lusso!) se ne va a passeggio, ma ecco che implacabili tornano i terroristi del Covid, quelli che hanno scritto le regole e ci accusano perché le rispettiamo. “State a casa!”, “Così non va”, “Si torna in rosso”. Sciacalli!

Il copione è già scritto: scatta la zona gialla, la gente fa ciò che è consentito dalle regole, addirittura va a passeggio, ma chi ha scritto le regole dice che «così non va bene», che «di questo passo tempo due-tre settimane e torneremo tutti in zona rossa», che «se continuiamo così ci scordiamo di trascorrere la prossima estate in spiaggia». È vietato ciò che è permesso. Ormai è un triste e continuo déjà vu. È vietato anche illudersi, temiamo che il film non cambierà. Non è passata che una manciata di ore da quando bar, ristoranti e negozi hanno rialzato la saracinesca e già i quotidiani e i talk show sono colmi di minacce da parte di questo e quell’esperto, del politico di turno, gente che ovviamente sulla disgrazia in corso ci campa. Da perfetti sconosciuti, grazie alla pandemia, sono diventati delle celebrità, anche ben pagate. Non ne facciamo una questione di bandiera, quanto pratica. La realtà è sotto gli occhi di tutti. È del tutto evidente che c’è chi ha interesse affinché questa situazione di non-vita si protragga il più a lungo possibile. Sono stati criminalizzati i ristoratori. Messi alla berlina i commercianti. Chi fa sport. Chi ha creato tale clima condannando alla chiusura decine di migliaia di attività non ha presentato un solo dato scientifico che dimostri che mangiare una pizza o comprare un paio di jeans contribuisca al proliferare del virus. No. Il messaggio unico è “State a casa”. Nessuno minimizza la pericolosità del Covid, e d’altronde come si potrebbe. Tutto il mondo sta lottando contro il morbo. E però, in molti altri Paesi del mondo, lo spartito è differente. Non esiste la caccia all’untore legalizzato. Il governo, altrove, permette una cosa e fine, nessuno si permette di attaccare chi torna a vivere rispettando le regole. Nessun uccellaccio del malaugurio. Chi sgarra viene punito, giustamente, e agli altri viene consentito di respirare. In Italia, purtroppo, te­mia­mo che tempo un mese qualcuno, al solito, deciderà di riavvolgere il nastro e spedirci alla casella di partenza. Come nel Gioco dell’Oca. Ci puniranno per aver fatto ciò che era lecito. Speriamo di sbagliarci. A.G.