Diamo i numeri… la “voce” della “possibile clamorosa alleanza Tosi-Salvini” La stampa locale lancia lo ‘scoop’ ma subito precisa: “Nessuna conferma”, “Magari sono voci precipitose”. Un parlamentare leghista alla Cronaca: “I nostri non capirebbero”. Un altro della maggioranza: “Non ne so nulla”. Lo schema (presunto) 2022: ex sindaco e leghista da una parte, Sboarina e Meloni dall’altra. Tutte le percentuali degli ultimi voti

Ci scrive un parlamentare leghista. Riportiamo fe­del­mente il messaggio: «Nul­la di personale contro Tosi, anzi, ma se torniamo con lui a Verona perdiamo un sacco di voti, i nostri non capirebbero, la sinistra va a nozze». Un e­sponente della maggioranza di Palazzo Barbieri taglia corto: «Non so da dove salti fuori questa voce!». La voce l’ha tirata fuori il Corriere di Verona che pur tra un «nessuna conferma» e «magari so­no solo voci un po’ precipitose» ha scritto di una «possibile clamorosa alleanza tra Tosi e Salvini» in vista delle elezioni amministrative dell’anno prossimo. Clamorosa sì: in ordine sparso ricordiamo al­cune (se lo ricordassimo tutte non basterebbe un giornale interno) delle bor­date tra i due. Tosi contro Salvini: «È un na­netto politico confronto a Conte»; «Fannullone e traditore»; «Non urlare cazzate e pensa ai tuoi territori»; «Per lui è l’inizio della fi­ne»; «Va in piazza contro se stesso: siamo alla follia politica»; «Incapace»; «Se non può parlare di migranti è morto»; «La Le­ga è un partito morto». Sal­vini contro Tosi (le bordate si concludono in concomitanza con la vittoria di Federico Sboarina con­tro Patrizia Bisinella, giugno 2017): «Inaccettabile ostacolare Zaia»; «To­­solo nano politico (co­pyright di Luca Morisi, social media manager di Salvini)»; «Si goda Fini»; «Ha scelto di andare con Renzi»; «Non parlo del nulla»; «Tosi ormai non esiste più». Nell’ultima campagna per le amministrative Salvini fece il giro di Verona documentando quelle che secondo lui erano le situazioni di de­grado dovute alla malagestio dell’allora sindaco. Le voci vorrebbero Tosi, Le­ga e Forza Italia (quale cor­rente di Forza Italia?) da una parte e Fratelli d’I­talia e Sboarina dall’altra, perché a Salvini (che pur pochi giorni prima aveva lanciato la ricandidatura di Sboarina) non è piaciuto che Sboarina sia entrato nel partito della Meloni. Verissimo, ma non sufficiente perché prendano strade separate. Va guardato il livello nazionale, non la baruffa di provincia, e il discorso si esaurisce in poche parole: numeri alla mano Salvini senza la Meloni non va da nessuna parte e viceversa, quindi almeno fino alle politiche del 2023 resteranno insieme pur mal sopportandosi, altrimenti vincerebbe a mani basse il centrosinistra. Punto. Se poi vogliamo giocare col pallottoliere, non perché serva ma giusto per ricordare le ultime votazioni, diciamo che Fdi in città alle ultime re­gionali ha preso il 18% e la Lega il 15. Che la Lista Zaia ha preso il 31 e Forza Italia il 4. Che la Lega nel 2017, all’apice, a Verona ha preso l’8,8 e la civica di Sboarina il 13,6. Più utile, per commentare l’ultima voce, evidenziare le continue bastonate (ri­cambiate) di Tosi a qualsivoglia esponente della maggioranza cittadina, le­ghisti compresi: sicurezza, cultura, verde pubblico, ge­stione delle opere pubbliche, strade. In politica tutto è possibile, ca­piamoci, ma entrambe le parti dovrebbero rimangiarsi quattro anni di feroci scontri quotidiani e il leader della Lega dovrebbe spiegare il perché d’improvviso Tosi è tornato suo amico. Come andrà lo vedremo. E pensare che nel 2013 nel centrodestra poteva andare in porto il ticket Meloni-Tosi. Giorgia al centro-Sud e Flavio al Nord…