“Dolore e orgoglio”. Il bilancio di fine anno: parla Sboarina “Il dramma del Covid, ma anche tante cose “storiche” che siamo riusciti a realizzare La perdita di Bertacco, l’abbraccio della città al piccolo Zeno: ecco il cuore di Verona”

Raffaele Tomelleri
L’unica cosa che non funziona, stavolta, è la tecnologia. Lì, nella sala Arazzi, ci vuole un po’ perchè parta la diretta facebook, per il resto, tutto ok. Ci sono tutti, unico assente (giustificato) l’assessore Bassi, “isolato” per Covid e presente comunque collegato da casa. Se la foto che esce è “a fuoco”, la squadra è compatta. Le polemiche, stavolta, restano fuori dalla porta. Giusto così. “E’ stato un anno disgraziato, il più difficile dal dopoguerra” inizia Sboarina. “Un anno in cui è successo di tutto, ma siamo qua, a ricordarci e ricordare che non tutto è stato negativo. Anzi”.
Va di getto, come avesse fretta e voglia (ce l’ha, sicuro…) di sottolineare le cose belle di un anno maledetto. Le elenca, di corsa. Ma ognuna ha un suo perchè. “In un anno come questo, ci pensavo stamattina mentre preparavo la scaletta, quante cose “storiche” sono state fatte?”: La risposta se la dà da solo. “Tante”. Comincia dal’ultima. “La fusione Agsm-Aim, sottoscritta proprio ieri, è un grande risultato. Da vent’anni era sul tavolo, nessuno l’aveva fatta. Eccola qua. Così è nata la più grande multiutility del Veneto ed è solo l’inizio “.
Avanti un altro. “E la riqualificazione del Central Park? E’ una certezza, dopo le firme dei giorni scorsi. Siamo pronti a partire con i lavori questi dodici mesi saranno decisivi “.
E poi, via, Sboarina accelera: “Ricordo la variante 29, con 89 proposte di riqualificazione della città, già pervenute ai nostri uffici. E ancora, il progetto Agsm lighting, ridaremo luce a tutta Verona; abbiamo realizzato i lavori per il cavalcavia di viale Piave, i lavori in sicurezza del Ponte Nuovo; la rivisitazione di Porta Nuova, la pavimentazione di piazza dei Signori, il salvataggio della Val Borago, grazie anche all’intervento di Banca Intesa”.
Tira il fiato. “Ho elencato le cose che definisco storiche, perchè da anni se ne parlava ma non venivano mai realizzate. Noi ce l’abbiamo fatta”. Non c’è tempo per “dediche” particolari, magari a chi, da fuori, si diverte a dipingere una realtà molto diversa. Se ci pensa, è bravo a non darlo a vedere. “La sicurezza? Tema che ci è caro, parlano i fatti. Ci sono 49 nuovi agenti e perfino un altro cane antidroga. Ci siamo, anche lì”.
Sfoglia la scaletta, ma ha tutto scritto in testa, “…perchè quando ci lavori 24 ore su 24, come tutti gli assessori e come hanno fatto gli uffici comunali, le cose te le ricordi bene…”.
Ecco la viabilità, altro tema “caldo”. “Ricordo solo alcuni interventi: la rotonda di Dossobuono, il parcheggio della Genovesa, il parcheggio di piazza Corrubio, i lavori di via Pallone. E poi, il rifacimento di 140 mila metri di strade, con un investimento di oltre 5 milioni di euro. E la piantumazione di 10 mila nuove piante, il regolamento del verde, quello per quanto riguarda gli animali che ci ha regalato una lunga serie di note positive”.
Chiude la prima parte, con le scuole. “Un settore nel quale non abbiamo certo risparmiato investimenti e interventi, per metterle in sicurezza, soprattutto alla luce del problema-covid. I numeri? Oltre 40 interventi straordinari, ma mi piace qui ricordare e ringraziare gli uffici che in questo periodo hanno risposto presente a qualcosa come 4875 richieste di manutenzione ordinaria nelle scuole. Un numero enorme, per rispondere al quale serve attenzione, sensibilità, impegno”.

E il 2021? Sboarina è già nel futuro.”Sarà un anno da leoni”, azzarda. “Il primo impegno è quello di mantenere le promesse fatte,di raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati”. E allora, che cosa ci aspetta? “Beh, portare avanti i progetti di cui abbiamo parlato: la fusione di Agsm, la variante 29, il Central Park. Ma ricordo i lavori di riqualificazione dell’Arsenale, altro obiettivo che la città aspettava da anni. La progettazione definitiva e il finanziamento della variante alla statale 12, per la quale ho parlato con l’assessore De Berti, che pensa di inserirla nel decreto Cortina. Il che significa ultimarla entro il 2025”.
Il tema viabilità sarà uno dei cavalli di battaglia: “In programma ci sono i lavori relativi al casello dell’A4 e il rifacimento del casello di Verona nord”.
E quando pensi che eviti in dribbling lo stadio, eccolo:”Per metà giugno ci sarà il progetto definitivo. Vero, c’è stato qualche rallentamento, per questioni legate al Covid, ma il progetto va, ne ho parlato anche qualche giorno fa con Abodi”.
Cultura dimenticata? Macchè. “Sarà l’anniversario di Dante, i 700 anni del Sommo Poeta. Noi, con Ravenna e Firenze, saremo all’avanguardia in tutta Italia. E quanto alla cultura, ricordo gli sforzi fatti per le iniziative dell’estate, per essere presenti sempre, nonostante la pandemia, per far vivere comunque l’Arena, il Teatro Romano, anche come segnale di ripartenza”.
Parla di “riappropriarsi della città, con i lavori di riqualificazione, con gli interventi previsti a Palazzo Bocca Trezza e al parco della Passalacqua, che deve tornare a essere un riferimento per la città, com’era una volta, prima di diventare simbolo di degrado e abbandono”.
Non dimentica niente. “Quest’anno maledetto ci ha portato via un amico, per me anche di più, Stefano Bertacco. Ecco, in quei giorni, ho avvertito un profondo smarrimento, ma è il suo ricordo a darci forza. Per quello che è stato, per l’esempio che ha lasciato”.
C’è spazio anche per una “favola” come la definisce lui. “Non è un fatto anmministrativo, ma mi ha fatto riflettere. Il piccolo Zeno, il bimbo ritrovato e abbracciato idealmente dalla città intera, con una gara di solidarietà straordinaria. Questa è la cifra di Verona, orgoglio, amore, appartenenza, senso della comunità”. Valori, sottolinea, “percepiti più dall’esterno, che dall’interno. Non a caso, Verona è finita al quarto e sesto posto nelle classifiche del Sile 24 ore e di Italia Oggi, quanto a vivibilità. Siamo tra le migliori città d’Italia, ce lo dicono gli altri, ma forse dovremmo esserne consapevoli noi”. Da qui riparte il suo lavoro. “Per migliorare ancora, per crescere. Lo faremo. Buon anno a tutti”.