Dopo l’incendio i problemi restano. Manifestazione del Comitato “Salviamo Parona e Arbizzano” Il presidente Cucini si dice esasperato dai disagi (a partire dalle mosche) della zona

Il Comitato Salviamo Parona e Arbizzano ha riunito aderenti e simpatizzanti e portato nel cuore del comune della Valpolicella la protesta di coloro i quali, costretti dal lavoro o dal possesso delle loro abitazioni, sono giornalmente a contatto con gli effetti dell’incendio del 9 febbraio che ha distrutto lo stabilimento del Salumificio Fratelli Coati. Un centinaio di persone è partito alle 9 dalla zona industriale del paese, in cui è presente un altro salumificio in via di preoccupante espansione, e si è snodato per le vie interne, come da prescrizione concordata con gli incaricati del Municipio e della Questura di Verona, fino alla rotonda della Meridiana, unico momento in cui il traffico locale ha dovuto subire disagi per la manifestazione, per poi arrivare in Piazza Vittorio Emanuele di fronte alla sede comunale. Lì, davanti ai partecipanti aperti a ventaglio, a cui si sono uniti i passanti, il presidente Sergio Cucini in un breve discorso ha elencato ai presenti il motivo della protesta, brandendo trappole per mosche ricolme della “raccolta di un solo giorno”, affermando tra l’altro “…qui vedete concittadini esasperati, che hanno portato in piazza a Negrar la testimonianza dei disagi che quelli che vivono e lavorano a sud, lontani, e quelli oltre il confine del comune, subiscono da anni e in maniera drammatica da troppi mesi…” Al termine i partecipanti sono rientrati ai loro mezzi a piedi mentre Cucini e una delegazione del Comitato sono stati ricevuti dal sindaco Grison nei locali del Comune di Via Francia per un confronto, a tratti acceso, durante il quale, oltre alla consegna al primo cittadino di un memorandum riportante le motivazioni della protesta, si è lamentato della mancanza di fiducia nell’operato del Comune di Negrar nel sovraintendere alle opere che la ditta Coati sta eseguendo sul sito. Dal canto suo il Comitato ha opposto, a più voci, carenza di coinvolgimento e di informazione su quanto fatto finora per lo smaltimento. A questo riguardo, il Comitato rimprovera il Comune di Negrar di non essersi attivato per la mitigazione del problema delle mosche carnarie con una disinfestazione generale dei quartieri interessati dal fenomeno, nonostante le numerose segnalazioni fatte da decine di cittadini dall’ultimo incontro di aprile ad oggi. Il sindaco ha replicato dicendo che sia l’Ulss 9 che l’Arpav hanno sconsigliato di effettuare una disinfestazione aerea perché non avrebbe sortito alcun effetto, dovendo intervenire all’origine del problema, vale a dire nell’insediamento andato in fumo. Il comitato ha ribattuto che laddove i singoli si sono attivati legalmente, e solo per loro, la disinfestazione aerea è stata effettuata, dalla stessa ditta che opera all’interno dello stabilimento e a spese della Coati, con buoni risultati. Sul futuro dell’area, il sindaco ed il comitato sono rimasti nelle rispettive posizioni: il primo ribadendo che la destinazione era già stata stabilita da precedenti amministrazioni, il secondo ritenendo che, dal momento che l’ampliamento era stato consentito sulla base di documenti (VIA e VAS) che riportavano criticità evidenti, sulla base dell’evento disastroso accaduto sarebbe opportuno rivedere le autorizzazioni e non sottoscrivere la convenzione per l’ampliamento né concedere ulteriori proroghe.