Due proiezioni sul valore dei giorni “Era Ora’’ e “Questione di tempo’’ si interrogano sull’importanza dell’esistenza

Era Ora (2023 – Netflix) Dante è un impiegato assicurativo che riempie le sue giornate di impegni ed iperattività. Il giorno del suo compleanno la moglie Alice gli organizza una festa alla quale lui si presenta con 3 ore di ritardo; soffiando le candeline esprime un desiderio: avere più tempo. Curiosamente, la mattina successiva si sveglia di un anno più vecchio: è di nuovo il suo compleanno, la sua vita è completamente cambiata e lui si trova intrappolato in un vortice spazio-temporale dal quale non sa come uscire. Da tempus fugit a carpe diem, la cultura occidentale non si è mai risparmiata in quanto a moniti sul valore del tempo; attorno a questa inesauribile morale ruota infatti il film di Alessandro Aronadio, che sintetizza quanto di buono c’è nella commedia romantica italiana con una verve narrativa dal respiro fresco e internazionale; Dante – nomen omen – paga il contrappasso che gli spetta: avendo dato poco peso al tempo adesso è costretto a viverne sempre meno; il giorno del suo compleanno è l’unico nel quale quel tempo si ferma, lui rientra in un inspiegabile stato di coscienza e recupera i cocci di un anno passato ad ignorare i propri cari in favore di un’arida carriera. L’uomo deve dunque fare i conti con questa condizione, che a sua volta detta ritmo e sviluppo dell’intero film. Leggero, profondo e pervaso di un’ironia dolceamara, Era Ora adatta le famose massime greco-latine sul tempo alla frenesia del mondo contemporaneo, e lo fa accompagnandosi a un cast di prim’ordine: Barbara Ronchi ed Edoardo Leo, Francesca Cavallin e Mario Sgueglia, persino un Raz Degan in grande spolvero affollano per 109 minuti uno schermo capace, con la sua narrazione appassionata, di essere commovente e rinvigorente per tutti noi. Questione di tempo (2013 – Amazon Prime Video) Tim è un aspirante avvocato nato e cresciuto in Cornovaglia. Il giorno del suo 25º compleanno il padre lo informa di un fatto tanto assurdo quanto affascinante: tutti gli uomini della loro famiglia, lui compreso, hanno il potere di muoversi nel tempo. Questa scoperta conduce Tim a una nuova visione dell’esistenza: come farà ad utilizzare questo incredibile superpotere con giudizio? Se l’espediente narrativo del viaggio nel tempo non è di certo una novità, con questa appassionante storia di ricerca e amore il regista britannico Richard Curtis riesce a donargli nuova linfa: non tanto un riadattamento in salsa british di Ricomincio da capo dunque, ma la volontà di trasmettere, attraverso le irresistibili goffaggini del giovane protagonista, un messaggio di ricerca di senso per la propria esistenza, per la propria memoria e per tutti coloro che ne fanno parte. Immerso in una disperata e divertente quest d’amore, Tim incontra infatti personaggi, sensazioni, situazioni che gli fanno comprendere il valore dell’attimo e delle persone con le quali spenderlo. La scrittura brillante e il volto affabile di Domhnall Gleeson compiono parte dell’opera, ma un tributo va anche all’eccelso lavoro di Bill Nighy, luce-guida capace di sintetizzare nei suoi sguardi dolci tutta la saggezza dei padri.

Maria Letizia Cilea