Eataly, tra piacevolezza e funzionalità L’analisi della riqualificazione dell’area che oggi ospita l’iniziativa partita a ottobre

Inaugurata a inizio ottobre negli spazi riconvertiti della grande stazione frigorifera di Verona, Eataly Art House (E.ART.H.) si apre alla città e al suo pubblico eterogeneo come uno spazio non convenzionale per lo svago, la convivialità e l’arte. E.ART.H., nell’intuizione dei fondatori, Francesco Farinetti, Oscar Farinetti e Chiara Ventura, si propone come un luogo pensato per aprire sguardi nuovi, sul nostro presente e sul futuro che ci attende, ideato per coinvolgere le comunità locali attraverso un’offerta culturale focalizzata, in particolare, sul contemporaneo. L’impegno principale si indirizzerà alla promozione e al sostegno dell’arte emergente e del collezionismo, sottolineando tematiche legate alla sostenibilità e alla responsabilità comune. Per l’inaugurazione, proposte due mostre visitabili fino a gennaio: “Staged” del fotografo olandese Anton Corbijn e “Voli-ni” di Ibrahim Mahama, artista del Ghana con la sua arte del recupero. Da un punto di vista architettonico, E.ART.H. è ospitata in un edificio di archeologia industriale riconvertito, inaugurato nel 1930 su disegno dell’ingegnere Pio Beccherle. Originariamente inserito nei Magazzini Generali di via santa Teresa, a sud di Verona, era progettato per ospitare l’intera produzione ortofrutticola in un solo polo logistico e fungeva, come detto, da stazione frigorifera. I vagoni ferroviari entravano dal portone di ingresso e raggiungevano la piattaforma girevole posta in un ambiente sovrastato da una suggestiva cupola di cemento, denominata “la Rotonda. Dopo svariati rimaneggiamenti indirizzati a evitare il degrado della struttura e un restauro finale guidato dall’architetto Mario Botta, oggi l’ex stazione frigorifera si presenta come un grande ambiente multifunzionale nel quale commercio e cultura si sposano. Qui convivono l’Art Market, dove le arti visive si alternano a cibo e ristorazione con oltre 10.000 prodotti di eccellenza, le sale eventi, gli spazi di formazione (per talk, seminari e workshop) e oltre mille metri quadrati di Art House. Nei corridoi del primo piano dedicati all’arte e in collaborazione con gallerie nazionali e internazionali, si proporranno esposizioni di lungo periodo, programmate dal comitato curatoriale composto dalla storica e critica d’arte Eva Brioschi, dallo storico della fotografia Walter Guadagnini e dal curatore e storico dell’arte Gaspare Luigi Marcone. Si affiancano una serie di iniziative educative immaginate per approfondire ed esplorare i temi messi in luce dalle opere esposte. L’elemento architettonico e visivo maggiormente significativo del complesso rimane la bella cupola, oggi preservata e valorizzata. Il layout visivo, spiega Thomas Bartoli, architetto responsabile del design di Eataly in Italia e nel mondo, è stato concepito “in equilibrio tra piacevolezza e funzionalità” per non contrastare la bellezza della cupola e renderla protagonista. Così, questo imponente elemento architettonico, simbolo di una parte della nostra storia cittadina, ancora oggi ci invita a indirizzare lo sguardo al cielo e, metaforicamente, a “guardare in alto”. I progetti di rigenerazione urbana come quello realizzato con E.ART.H. ci chiedono di rivedere i labirinti urbani per riuscire a conciliare l’utilità e la componente funzionale di un artefatto con il suo valore estetico e visivo. L’aspetto più importante in questa tipologia di recuperi è considerarli elementi della memoria collettiva che, attraverso l’azione creativa e la riprogettazione, reiventano un patrimonio condiviso. La riqualificazione, la bonifica e la pulizia, danno nuova vita alla città. Si configurano come una buona pratica di cura dell’ambiente e di integrazione culturale ma anche come un modo per vedere, con sguardo rinnovato, la bellezza che ci circonda.