Ecco Bonimba, un Ibrahimovic anni ’70 "Capace di insultarti per un passaggio, ma sempre il primo a difenderti", dice Bettega

“Era capace di insultarti per un passaggio sbagliato, ma se cinque minuti dopo andavi a terra per un fallo era il primo a venirti vicino e a chiedere: “Chi è stato?”. Guardava gli avversari a muso duro, per far capire che se ci avessero riprovato li avrebbe sistemati lui».
Al giorno d’oggi con questa descrizione di Roberto Bettega, non ci sarebbero stati dubbi a chi l’ex giocatore della Juventus si riferisse: Zlatan Ibrahimovic… Ebbene non è così, perché con queste parole l’ex attaccante ha descritto un’altro collega di reparto: Roberto Boninsegna.

GLI INIZI Nato a Mantova il 13 novembre del 1943, “Bonimba”, come venne soprannominato da Gianni Brera, entró a far parte delle giovanili dell’Inter all’età di 14 anni. Dopo 5 anni trascorsi insieme agli altri talenti neroazzurri; il provino con mister Herrera non diede i risultati sperati. Così Bonimba venne ceduto in prestito.
Gli esordi nel calcio professionistico avvennero come ala sinistra in serie B: prima con la maglia del Prato, poi con quella del Potenza, fino ad arrivare al Varese, società con cui disputò la sua prima stagione e con cui venne convocato per la prima volta in serie A: dove? Proprio contro l’Inter a San Siro, il 4 settembre del 1965, partita finita 5 a 2 per la squadra di casa, con Boninsegna che si limitò a guardare i compagni dalla panchina, ma che si consolò con un discreto bilancio personale a fine campionato, 5 gol in 28 presenze.

LA COPPIA DEL GOL Le ottime prestazioni con il Varese valsero a “Bonimba” la chiamata da parte dell’allenatore del Cagliari; Puricelli, che aveva l’idea di formare un tandem d’attacco micidiale con Roberto Boninsegna, che avrebbe cambiato il proprio ruolo in punta centrale, affiancato a un giovane, Gigi Riva. L’idea del mister italo-uruguagio fruttò subito grandi risultati, con i due “bomber” che all’inizio della prima stagione insieme segnarono gol a raffica, ma che con il proseguio del campionato non riuscirono a portare la squadra tra le grandi d’Italia dovendosi “accontentare” della salvezza.
In Sardegna Roberto Boninsegna disputò altre 2 stagioni, sfiorando anche lo scudetto, ma tutte le grandi storie hanno una fine. Nel 1969, infatti, “Bonimba” fu costretto ad abbandonare il club sardo su precisa richiesta della società che aveva bisogno di soldi: “Va bene – disse il bomber mantovano – accetto il trasferimento solo se vado a giocare per l’Inter”. Detto fatto…
Giovanni Miceli