Ecco i primi test del vaccino. Il via allo Spallanzani, Roma Cinque i volontari "testati": poi toccherà agli altri 85 "scelti"

Prende il largo il vaccino per il Coronavirus completamente “made in Italy”. Questa mattina all’istituto Spallanzani di Roma, inizierà ufficialmente la sperimentazione sull’uomo.

All’appello per la ricerca di volontari hanno risposto migliaia di persone, solo la scorsa settimana si era a quota 5.000, ma solo 90 saranno, alla fine, i protagonisti del test. Dei primi cinque già si conosce l’identikit: si tratta di uomini, di età compresa tra i 31 e i 46 anni, alcuni di loro professionisti. Hanno superato le visite preliminari, e saranno loro a rompere il ghiaccio: verrà iniettato loro il vaccino e se non si osserveranno effetti avversi significativi si passerà al gruppo di volontari successivo, che riceverà una dose più alta. La seconda tornata dovrebbe avvenire tra il 7 e il 9 di settembre.

I volontari sono in ogni caso suddivisi in due grandi gruppi, per età: il primo comprende persone tra i 18 e i 55 anni, il secondo dai 65 agli 85. Molti volontari sono medici, un dettaglio che ha suscitato nelle autorità sanitarie sentimenti di grande approvazione. Ciascun gruppo sarà suddiviso in tre sottogruppi da 15 persone, a ciascuno dei quali verrà somministrato un diverso dosaggio di vaccino. Durante la ‘fase 1’ ad ognuno dei volontari verrà iniettata una dose di vaccino.

Sarà poi sottoposto a sette controlli, il primo dopo due giorni dalla vaccinazione, l’ultimo dopo 24 settimane. Se i risultati di questa fase saranno positivi, la ‘fase 2’ potrebbe iniziare già in autunno su un più elevato numero di volontari, sia in Italia che in altri Paesi.
Il vaccino per il Covid-19 i è completamente made in Italy; realizzato, prodotto e brevettato dalla ReiThera di Castel Romano.
L’investimento è stato di 8 milioni di euro, di cui 3 dal ministero della Ricerca scientifica e 5 di tasca della Regione Lazio. La speranza è forte perché i primi risultati sono stati eccellenti. E’ stato prodotto con la tecnologia del “vettore virale non-replicativo” ovvero incapace di produrre infezione nell’uomo. Il vettore virale agirà come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike nelle cellule umane, la proteina attraverso la quale il virus riesce a penetrare ed a replicarsi all’interno dell’organismo umano”.

A ottobre, altro vaccino pronto

Il vaccino a cui stanno lavorando il colosso farmaceutico Pfizer e BioNTech è sulla buona strada per essere sottoposto all’esame dei regolatori già in ottobre. E’ quanto hanno annunciato in una nota congiunta le due società, dopo aver reso noti nuovi dati sulla fase di sperimentazione, attualmente in corso negli Usa e in Germania. La somministrazione del vaccino, spiega la nota, “è stata ben tollerata con febbri da deboli a moderate in meno del 20% dei partecipanti” allo studio. In caso di successo clinico, il vaccino potrebbe essere sottoposto alle autorità ad ottobre e, in caso di approvazione, Pfizer prevede di fornire fino a 100 milioni di dosi nel mondo entro la fine del 2020 e circa 1,3 miliardi entro la fine del 2021.