Ecomafia stop ! La parlamentare veronese Alessia Rotta, presidente della Commissione Ambiente della Camera, entra “a gamba tesa” su un fenomeno che sta allarmando anche il Veneto e la nostra città. I reati ambientali sono quadruplicati negli ultimi tempi: “Adesso, basta !”

“L’ultimo rapporto pubblicato da Legambiente sulle Ecomafie riporta nuovamente al centro della pubblica attenzione un tema per noi fondamentale: la prevenzione e la difesa contro le illegalità ambientali. Oggi più che mai, in vista anche delle importanti risorse che l’Italia riceverà grazie al Recovery Fund, è necessario creare una rete tra amministrazioni comunali, regionali e centrali, al fine di vigilare e arginare le infiltrazioni ecocriminali. Secondo il rapporto, in Italia i reati ambientali sono aumentati oltre il 23% nel 2019 rispetto all’anno precedente. In Veneto sono quasi quadruplicati. Dobbiamo tutelare gli imprenditori onesti e gli investimenti pubblici, garantendo un sistema di controllo che intercetti i fenomeni illeciti, come il traffico non autorizzato di rifiuti, le aree abusive, gli scarichi clandestini”. Lo dichiara la presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera, la veronese Alessia Rotta (Pd).
IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE. Il “virus” dell’ecomafia non si arresta né conosce crisi. Il rapporto di Legambiente Ecomafia 2020 ci dice che nel 2019 i reati contro l’ambiente in Italia sono aumentati. Sono 34.648 quelli accertati, con una media di 4 ogni ora, e un incremento del 23.1% rispetto al 2018. In particolare preoccupa il boom degli illeciti nel ciclo del cemento (11.484 con un +74,6% rispetto al 2018), che superano quelli contestati nel ciclo di rifiuti (9.527, +10,9% rispetto al 2018). Da capogiro il business potenziale complessivo dell’ecomafia, stimato in 19,9 mld di euro per il solo 2019, circa 3,3 in più rispetto all’anno precedente e che dal 1995 a oggi ha toccato quota 419,2 mld.
A spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati 371 clan (3 in più rispetto all’anno prima), attivi in tutte le filiere: dal ciclo del cemento a quello dei rifiuti, dai traffici di animali fino allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alla distorsione dell’economia circolare.
IN VENETO. Anche in Veneto, purtroppo, l’illegalità ambientale è in crescita: nel 2019 le forze dell’ordine e le Capitanerie di porto hanno accertato più reati che nel 2018: 913 alla media di 2,5 al giorno. Possiamo dire che sono quasi quadruplicati rispetto al 2018.
«Tenere alta l’attenzione per evitare che siano le mafie ad approfittare delle ingenti risorse destinate all’Italia dal Next Generation EU: non c’è amministrazione locale tra quelle già sciolte per mafia, infatti, in cui gli interessi dei clan non abbiano “orientato” verso le loro imprese gli investimenti pubblici. Sempre più spesso in queste indagini si riscontra la presenza di imprese collegate direttamente alle organizzazioni mafiose, che approfittano del “contagio” corruttivo per aprirsi la strada nel mercato degli appalti pubblici. Di fronte a questi numeri e alle sfide che ci aspettano è fondamentale costruire un vero e proprio argine” spiega il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro.