Età evolutiva, a Verona il primo polo Si avvia un progetto pilota per far diventare il museo un luogo di terapia e gioco

Arriva a Verona il primo polo sperimentale dell’età evolutiva e del benessere della famiglia. “Children’s Museum! Mind the Gap”, questo il nome dell’ambiziosa iniziativa che ha uno scopo ben preciso: avviare un progetto pilota, totalmente gratuito, a partire da gennaio 2021 per far diventare il Museo un luogo di gioco-terapia per bambini e adolescenti, nonché un centro per il benessere della famiglia a 360°. Il progetto punta a creare un network di professionisti dell’età evolutiva, grazie alla partnership con Studio Incipit Family Care, dove l’ambito socio-sanitario ed educativo museale vanno ad integrarsi per dar vita a diversi servizi: avviare una sperimentazione di “terapia al Museo” per circa 70 beneficiari con cicli di incontri individuali e/o di gruppo con terapisti e psicologi per un anno; uno sportello psicologico per ragazzi 11-18 anni; un percorso psicologico per le mamme con bimbi con bisogni speciali; esperienze psicomotorie, di logopedia, musicoterapia e mindfulness; realizzazione delle prima guida al gioco-terapia al Museo e la progettazione di percorsi di visita inclusivi, adatti ai bisogni di tutti i bambini. Dal 3 dicembre ha preso così il via la campagna di crowdfunding per raggiungere i 30.000€ necessari che permetteranno di avviare il progetto gratuito per tutti i beneficiari. Lucio Biondaro e Alessio Scaboro, direttori del Children’s Museum Verona raccontano: “è con orgoglio che presentiamo questo progetto che rafforza ancor di più il legame tra il Museo e il territorio comunale, facendosi promotore di nuove sinergie tra i professionisti che operano in questo settore per offrire un servizio alle famiglie in un momento così delicato.” A Verona sono oltre 150.000 i bambini e gli adolescenti residenti nel territorio comunale (dati Urbistat) che da marzo 2020 vedono ridotte le loro possibilità di apprendimento in contesti informali come quelli dello sport, della musica, dei musei e dei luoghi di cultura e svago. Come ricorda anche Save the Children nel recente rapporto “Riscriviamo il futuro. L’impatto del Coronavirus sulla povertà educativa” (maggio 2020), l’emergenza Covid19 ha portato proprio alla “deprivazione educativa e culturale dei bambini e degli adolescenti, dovuta alla chiusura prolungata delle scuole e degli spazi educativi della comunità”. Una situazione di incertezza e precarietà economica che si è tradotta per le famiglie in un momento di solitudine, sconforto e frustrazione genitoriale per la paura di non riuscire a garantire e sostenere economicamente le terapie necessarie allo sviluppo psico-fisico e cognitivo del proprio figlio. Da qui parte la campagna di crowdfunding che vuole essere solo l’incipit di un progetto più vasto legato alla creazione di una vera e propria sinergia fra mondo museale, educativo e sociosanitario di più lungo termine. “In questo modo il Museo diventa un punto di riferimento, di ascolto e di supporto per le famiglie che, in questo momento storico in particolare, sono in difficoltà economica e psicologica. I luoghi e gli exhibits del museo possono essere estremamente interessanti per attività riabilitative dove attraverso il gioco, è possibile acquisire nuove abilità comunicative, linguistiche e cognitive. A volte, dalle semplici intuizioni possono nascere grandi soluzioni che portano innovazione e nuove possibilità – spiega Caterina Lorenzetti, Responsabile del Children’s Museum Verona e del progetto pilota.