Falezze tra eleganza, arte e femminilità Questi gli elementi che stanno alla base della filosofia lavorativa di Luca Anselmi

Mille etichette diverse, a firma di un famoso artista contemporaneo, per 1000 bottiglie, di un’annata di Amarone Riserva, conservate in scatole di antico legno di abete e di pino. Basterebbe questo progetto per raccontare la cura del dettaglio, la valorizzazione di competenze scientifiche ed artistiche, e lo studio che si condensano su 4 ettari di terroir in Località Pigno, ad Illasi. Ma c’è molto altro, di realizzato e in cantiere. Rispetto, tradizione, natura sono le parole chiave su cui poggia la filosofia lavorativa di Luca Anselmi, titolare, agronomo ed enologo di Falezze.
Come è iniziata la storia di Falezze?
Con mio nonno e mio padre, da sempre coltivatori di uve , da cui ho appreso la consapevolezza che il primo patrimonio della famiglia è il rispetto e la conservazione della terra. I miei studi da perito agrario, biologo molecolare, nutrizionista mi hanno portato a specializzarmi nel ramo della genetica e microbiologia enologica. Nel 2008, al termine degli studi universitari, ho iniziato un percorso di analisi sui terreni di famiglia e sulle uve che qui si producono. Seguo personalmente ogni pratica agronomica e da subito ho avuto chiara l’idea di concentrare la mia ricerca su questo terroir per ricavarne un vino che ne sia l’espressione più autentica.
Cosa è possibile trovare nei vostri vini?
Le limitate dimensioni del terroir Falezze mi hanno indirizzato verso la produzione di un vino in quantità limitata e dalle caratteristiche organolettiche all’immagine con cui proporlo e raccontarlo. Il ricorso a una tecnologia evoluta che elimina gli interventi con prodotti fitosanitari di origine sintetica e limita gli interventi di tipo chimico è per me un elemento imprescindibile di una proposta enologica d’eccellenza. Non a caso nel 2022 si è concluso positivamente il percorso verso la certificazione biologica dell’azienda.
Qual è il vino più rappresentativo della vostra azienda?
La vera “star” della collezione dei miei vini è senza dubbio l’Amarone Riserva, nato con l’annata 2012, in edizione esclusiva e da collezione numerata, con un’etichetta diversa per ogni singola bottiglia: un progetto nato da un’idea mia e di mia moglie Sofia Kherkeladze, con la partecipazione del maestro Niko Kherkeladze, padre di Sofia e famoso artista contemporaneo insignito di un premio al Louvre nel 2010. Ha firmato le 400 diverse etichette a tema equestre, presentate in scatole di antico legno di abete e di pino recuperato da vecchi masi del Trentino.
Che ruolo ha l’arte nella valorizzazione di Falezze?
Per raccontare la mia ricerca, ho unito le mie competenze scientifiche a quelle artistiche di mia moglie Sofia, fashion designer all’Accademia di Belle Arti di Brera e pittrice, autrice delle immagini sulle etichette dei miei vini e musa ispiratrice del mio lavoro. Elementi ricorrenti nella sua espressione artistica sono i temi dell’eleganza e della femminilità, interpretati attraverso linee fluide e l’uso di colori sfumati che raccontano il nostro sogno comune. Sofia firma anche le esclusive etichette in lamina di alluminio che impreziosiscono le poche bottiglie di olio extravergine di oliva prodotte nel terroir di Falezze e quelle in lamina di rame per la grappa, prodotta in collaborazione con il maestro distillatore Gobetti.
Cosa vi augurate dal futuro?
La certificazione bio è un importante traguardo, ma non l’unico. L’obiettivo è quello di rendere i vini Falezze sempre meno dipendenti da interventi dell’uomo. La biodiversità dell’area intorno a Falezze è estremamente utile alla salute della vigna e dell’intero terroir e rende unico il cru. Per il 2023 è in programma l’apertura di un bio-agriturismo con tre stanze in cui sarà servita una prima colazione con prodotti esclusivamente biologici. Le stanze saranno affacciate sul fruttaio in cui appassiscono le uve dell’Amarone, permettendo di vivere l’esperienza Falezze.

Stefania Tessari