Fiat e Juve, c’era una volta l’Avvocato – Beatrice Castioni Diciannove anni fa la scomparsa di un grande personaggio dell’economia italiana

Gianni Agnelli è stato un imprenditore e politico italiano, principale azionista e amministratore al vertice della FIAT, senatore a vita, e ufficiale del Regio Esercito. Era anche noto come “l’Avvocato” per via dei suoi studi in giurisprudenza, anche se non aveva mai sostenuto l’esame abilitativo. Figlio di Edoardo Agnelli e di Virginia Bourbon del Monte dei Principi di San Faustino, era il secondo dei sette figli e nacque a Torino il 12 marzo 1921, con già sulle spalle una eredità importante: il nonno Giovanni è il fondatore della FIAT e come lui senatore.
Dagli studi all’esercito. Crescendo Gianni viene abituato ad un mondo aristocratico e piuttosto formale, e appena terminato il liceo classico decide di partire alla volta degli Stati Uniti, nazione che gli insegna molto dal punto di vista culturale e intellettuale.
Nel frattempo arriva la Seconda Guerra Mondiale, e Gianni segue il corso per ufficiale di complemento a Pinerolo; viene arruolato come sottotenente nel 1º Reggimento “Nizza Cavalleria” ed inviato con il CSIR come addetto al comando sul fronte russo. Rientrato in Italia alla fine del 1941, viaggia con il Reggimento Cavalleggeri di Lodi e partecipa anche alla Campagna di Tunisia, dove è insignito della Croce di guerra al valor militare il 14 febbraio 1943. Una grande eredità. La pesante eredità della FIAT torna a farsi sentire quando tra il 1945 e il 1946 Gianni rappresenta la famiglia nelle difficili trattative fra il Comitato di Liberazione Nazionale e il governo italiano provvisorio, per la normalizzazione della conduzione della FIAT. Gli Agnelli sono infatti ancora i principali azionisti, e alla morte del nonno, Gianni è chiamato a decidere in prima persona le sorti dell’azienda. L’amministratore delegato FIAT Vittorio Valletta ha questo scambio battute con lui: «Esistono solo due possibilità: o il presidente della Fiat lo fate voi o lo faccio io», al quale il giovane Agnelli risponde: «Ma di certo voi, professore». Gianni riesce così a godersi la sua gioventù, forse trascurando il bene dell’azienda. È il 1947 quando Agnelli prende in carico il ruolo di presidente della squadra di calcio che il padre Edoardo aveva nobilitato nel calcio italiano: la Juventus.
«Io considero di essere stato per il passato… non mi piace la parola “mecenate”, infine un supporter della Juventus che ha avuto la possibilità d’aiutarla»
Attori, principi, star. Gianni ormai frequenta tutta l’ “Europa bene” del periodo, e non si limita nemmeno nelle relazioni sentimentali: Pamela Digby (ex nuora di Winston Churchill), la principessa napoletana Marella Caracciolo di Castagneto, Anita Ekberg, Dalila Di Lazzaro e Jacqueline Bouvier.
La presidenza della FIAT. Dopo essere diventato amministratore delegato dell’azienda nel 1963, e tre anni dopo presidente, Agnelli a 45 anni ha ancora bisogno dell’appoggio dell’ormai veterano Vittorio Valletta. Fin ad ora aveva svolto solo ruoli di rappresentanza nella FIAT, ma il suo sogno era renderla un nome internazionale.
La FIAT diventa il grande nome che tutti conosciamo, anche grazie all’Avvocato.
La scomparsa. Il 24 gennaio 2003 Gianni Agnelli muore, stroncato da un tumore. La camera ardente venne allestita nella Pinacoteca del Lingotto, secondo il cerimoniale del Senato. Il funerale fu trasmesso in diretta su Rai 1, e si svolse nel Duomo di Torino, seguito da un’enorme folla.