Filarmonico, il protagonista è Mozart Il concerto con Alexander Lonquich si inserisce nelle iniziative per celebrare il genio

Venerdì 10 gennaio alle 20 prende il via la Stagione Artistica 2020 al Teatro Filarmonico con un grande concerto sinfonico che si inserisce in una serie di attività cittadine volte a celebrare i 250 anni dall’arrivo di Mozart a Verona. Il programma infatti è interamente dedicato al compositore di Salisburgo e vede l’Or­chestra areniana cimentarsi con l’Ouverture da Le nozze di Figaro, a cui seguono il Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 in si bemolle maggiore K 595 e la Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter” K 551. Alexander Lonquich sarà impegnato nella duplice veste di direttore e pianista. Il primo concerto della Sta­gione Sinfonica 2020 intende quindi omaggiare l’arte e il genio mozartiani proponendo in apertura l’Ouverture tratta da Le nozze di Figaro, una tra le pagine più celebri del compositore austriaco e dell’intero panorama operistico settecentesco. La vivacità e il carattere brillante della partitura rendono il brano quasi del tutto autonomo, tanto da essere proposto molto spesso al di fuori del contesto operistico originario. Le nozze di Figaro, rappresentate a Vienna il 1° maggio 1786 sotto la direzione dello stesso Mozart, dietro al sottotitolo “opera buffa” celano una profondità psicologica nuova e un’ampiezza di caratteri stilistici frutto di una maturità prossima ai massimi risultati. Il Concerto n. 27 in si bemolle maggiore K 595 è l’ultimo dei concerti per pianoforte e orchestra di Mozart e il lavoro viene terminato il 5 gennaio 1791 ed eseguito due mesi dopo. Al pianoforte è protagonista Alexander Lon­quich, vincitore del primo premio al Concordo Casagrande nel 1977, si è imposto fin da subito sul panorama internazionale a fianco dei maggiori direttori d’orchestra tra cui Claudio Abbado, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Sandor Vègh, sviluppando una brillante carriera sia come solista che in veste di direttore d’orchestra. Negli ultimi anni significativo è l’aspetto formativo sviluppato dall’artista attraverso l’organizzazione di innumerevoli laboratori, concerti e seminari in cui approfondire lo studio e la pratica della musica e del teatro.