Ghiaccio bollente, qui ha fatto la storia. Emil Halfredsson ha vestito le due maglie, ma… L’islandese è stato l’indiscusso protagonista con il Verona di Andrea Mandorlini

Il suo ossimoro “ghiaccio bollente”, pronunciato al momento della lettura delle formazioni da parte dell’indimenticato Roberto Puliero, ha letteralmente fatto storia. Parliamo naturalmente di Emil Halfredsson, centrocampista islandese indiscusso protagonista con il Verona di Andrea Mandorlini di un’incredibile cavalcata dalla serie C alla serie A, con annessa sfiorata qualificazione all’Europa League. Anni dopo, poi, è sceso nel Lazio per indossare la maglia del Frosinone ma l’esperienza è durata solo lo spazio di alcuni mesi. «Difficile, per non dire impossibile – esordisce – raccontare in poche righe un’esperienza fantastica come quella vissuta con la maglia gialloblù dell’Hellas. La squadra, dopo la sconfitta nei play off dell’anno precedente, era partita con l’intenzione di riprovare a conquistare la promozione in serie B. L’inizio non fu tra le migliori tanto che arrivò l’esonero di Giannini. Con mister Mandorlini, invece, abbiamo ritrovato la forza per raggiungere il traguardo, arrivato nei play off con la Salernitana». E lì ebbe inizio una storia tutta da raccontare. «L’anno dopo – ricorda – siamo andati molto vicini alla seconda promozione di fila, raggiunta invece l’anno successivo. E al primo anno di A, abbiamo mancato di un non nulla la qualificazione in Europa». Una parte di merito, sul quale anche lo stesso Hallfredsson concorda, è senza dubbio da assegnare anche ad Andrea Mandorlini. «Mister Mandorlini ha contribuito sicuramente – aggiunge – alla realizzazione di questa piccola impresa. Per quanto mi riguarda, con lui mi sono trovato veramente bene. A Verona abitavamo nella stessa casa. Insieme abbiamo condiviso anche l’esperienza con il Padova, in serie C, terminata purtroppo male con la finale play off persa con l’Alessandria. Lo sento spesso e sono molto felice che stia andando bene in Romania, dove è tornato a guidare il Cluj. A Verona, comunque, sono stato talmente bene che mi sono fermato a vivere». Frosinone, invece? «A Frosinone non è andata come era nelle aspettative. Dopo alcuni mesi, di concerto con la società, abbiamo deciso per la rescissione del contratto biennale firmato da poco. Sono quindi tornato all’Udinese dove mi hanno riaccolto, nonostante fossi infortunato. Un gesto per il quale non smetterò mai di ringraziare il club friulano». «Come vedo la partita di domenica?. Sarà una partita difficile, come facile immaginare, per entrambe le squadre. Il Frosinone quest’anno è partito bene. Anche il Verona, a dire il vero, solo che i gialloblù fanno fatica a fare gol. Credo sarà una partita aperta a qualsiasi risultato, tutte due possono vincere o perdere. Io, naturalmente – ci tiene a precisare – farò come sempre il tifo per l’Hellas». La sua carriera, lo ha portato gli ultimi anni nuovamente a Verona, con la maglia della Virtus. «Con Gigi Fresco ho trascorso due anni meravigliosi. Ho avuto l’occasione di giocare in un ambiente familiare, dove si fanno le cose seriamente, divertendomi. Il mio amico Juanito Gomez, che ha un anno meno di me, ha deciso di continuare mentre io ho scelto di iniziare un’altra carriera. A maggio, infatti, conto di ottenere il patentino FIFA per diventare agente di calciatori e cominciare così una nuova vita professionale che spero mi possa regalare nuove soddisfazioni». Enrico Brigi