Giancarlo e “i miracoli’’ della sua storia Altemani: “Tutte le avventure che descrivo nel mio libro sono tutte verità’’

Prima ancora di addentrarci a parlare del suo libro, presentiamo ai lettori Giancarlo Altemani, un simpatico ottantaseienne, pieno di storia da raccontare, nato in terra d’Africa nel 1937 da genitori mantovani che nel 1939, causa guerra, dovettero fare ritorno in Italia. E poi, cos’altro possiamo raccontare di lei?
«Vorrei prima di ogni altra cosa ricordare i miei genitori. Mio padre era in Algeria ed esattamente nella località Agostino chiamata “Sidi Bel Abbes”, dove per il governo francese, che allora era ancora una sua colonia, aveva un’impresa per costruire dei nuovi insediamenti. Nel 1935 mio padre sposò per procura la sua ragazza bianca, futura madre mia, che conosceva prima di andare a lavorare in terra algerina. Qui, direi, iniziano già i “MIRACOLI”, se consideriamo che siamo nel 1935 ed una ragazza di 20 anni, decisamente bella, parte da sola in treno da Mantova per andare a Marsiglia, dove si imbarca su un bastimento per arrivare a Orano ad abbracciare il suo amore che la sta aspettando. Da quell’unione il 5 marzo del 1937 nacqui io.»
Questo e molto altro ancora è racchiuso in “MIRACOLI?? … ESISTONO!”
«Esattamente. Tutte le avventure che descrivo nel mio libro sono tutte verità. Voglio chiarire che i “miracoli” che descrivo sono anche frutto della situazione caotica che, come in tutte le situazioni del genere, vengono a crearsi e secondo il grado di cultura o della sensibilità di chi le vive, possono ritenersi veri e propri miracoli nel senso religioso e cattolico del concetto.»
Cos’è raffigurato in copertina e perché?
«É un vasetto di fiori secchi che sono sulla libreria di casa da non so quanti anni. Secondo il mio parere, i fiori secchi rappresentano il tempo che è trascorso, le spighe di grano, tra l’altro bellissime, naturalmente rappresentano il rinnovarsi della natura e della vita, e la palla di semi rappresentano la Terra su cui siamo.»
La Guerra: forse solo chi l’ha vissuta può comprenderla cosa sia, e cosa porti con sé e cosa lasci dietro di lei.
«Chi la guerra non l’ha vissuta sulla propria pelle non può capire come ci si sente quando, all’improvviso, suona la sirena che ti ordina di andare a rifugiarti; quel suono straziante foriero di morte ogni tanto mi torna in mente, specialmente alla vista della situazione attuale con i Balcani.»
Cosa si sentirebbe di raccontare ad un ragazzo che le chiede cos’è stata la guerra?
«Malgrado tutte le vicissitudini subite, ho vissuto quel periodo in modo spensierato, facendo di ogni necessità virtù. Avendo perso il padre all’età di sette anni e mia madre impegnata a mantenere me e i suoi genitori, mi sono sempre arrangiato da solo nel consumare intere giornate con gli amici nel miglior modo possibile.»
Perché dovremmo leggere il suo libro?
«Perché è un libro bello e, se proprio non piacesse, c’è sempre la copertina che merita di essere collezionata come un’opera d’arte fotografica.»
Salutiamoci invogliando i lettori ad acquistare il suo I MIRACOLI?? …ESISTONO!
«Grazie per avermi concesso questo spazio e aver preso in considerazione la mia piccola opera, scritta da un nonno di 86 anni che, malgrado non abbia mai scritto in vita sua, un bel mattino si è svegliato col pallino giusto per scrivere ricordi da racchiudere in un libro che vi consiglio di leggere perché è storia di vita e del nostro Paese.»