“Hanno reso il Catullo subalterno a Venezia”

Nella sua relazione il presidente dell’Associazione delle Piccole Medie Imprese di Verona è partito da un punto che gli stava molto a cuore. “Noi di Apindustria avvertiamo in maniera molto netta una deficit di discussione, un deficit di approfondimento a livello cittadino praticamente su tutte le scelte strategiche che riguardano il nostro territorio; da anni avvertiamo un assordante silenzio, avvertiamo la mancanza di un tavolo di coordinamento in cui si faccia sintesi e nel quale si possano condividere gli obiettivi e le azioni necessarie a raggiungere nel più breve tempo possibile quegli obiettivi ritenuti strategici. Quindi”, ha aggiunto, “partendo da questa considerazione, è necessario che la classe dirigente di Verona, tra cui noi, beninteso, faccia un salto di qualità molto netto nella propria disponibilità a confrontarsi, nel rendere pubblici alcuni dibattiti per fare si che le decisioni che vengono prese non siano solo di alcuni ma che derivino dalla sintesi delle posizioni di tutte le menti propositive della città. Non può e non deve più succedere che si assista passivi ad eventi come, ad esempio, la perdita del ruolo di polo finanziario di eccellenza che Verona ambiva ricoprire grazie alle proprie due banche di riferimento. Oggi ci è rimasta praticamente solo CATTOLICA e quei dirigenti che si stanno battendo affinchè il Banco BPM non perda il suo radicamento territoriale e dobbiamo fare di tutto affinchè da qui si possa ripartire perché Verona ha bisogno di istituzioni finanziarie al fianco delle nostre imprese. Attuali sono anche le tematiche che riguardano il ruolo delle multiutility per la gestione del fattore energetico, voce di costo importantissima per le nostre aziende, il ruolo della fiera, la gestione della viabilità, il ruolo dell’aereoporto, capitolo su cui intendo soffermarmi per approfondire il primo dei tre argomenti di oggi , quello relativo alle infrastrutture”. E così l’elenco si è aperto con la situazione del Catullo “gestito secondo le direttive Save che lo hanno reso completamente subalterno a Venezia”.