Hellas, come nell’anno dello scudetto All’inizio della stagione 1984/85 a cadere davanti ai gialloblù erano state Ascoli e Napoli

Due partite, due vittorie. Un inizio così scoppiettante in serie A non si vedeva dai tempi della stagione 1984/85. A quei tempi, a cadere ai piedi della formazione gialloblù di Osvaldo Bagnoli furono Napoli e Ascoli. Inutile aggiungere che quella fu anche la stagione nella quale il Verona conquistò l’unico e indimenticabile scudetto della sua ultracentenaria storia. Lasciando da parte paragoni sicuramente un po’ troppo ambiziosi, è però giusto e doveroso rendere omaggio alla rinnovata squadra allenata quest’anno da Marco Baroni. L’obiettivo del club di Maurizio Setti rimane sempre quello della salvezza, da conquistare magari senza le grandi sofferenze della scorsa stagione. Il traguardo finale resta sfidante ma l’avvio della squadra, che ha sconfitto in serie prima Empoli e poi Roma, lascia ben sperare per il futuro.
ASPETTI POSITIVI
In queste prime due uscite ufficiali, alle quali possiamo aggiungere anche il match vinto in Coppa Italia contro l’Ascoli, si vedono già i primi tangibili effetti del lavoro svolto dal neo tecnico gialloblù, impegnato a trasmettere alla squadra la sua idea di gioco. Contrariamente a quelle che erano le aspettative iniziali, Baroni è ripartito da un inedito, almeno per lui, 3-5-2, accantonando almeno per ora il 4-3-3, da sempre suo marchio di fabbrica. Si tratta, probabilmente, di una scelta dettata anche delle dinamiche di mercato, visto che a fare il modulo sono i giocatori e non viceversa. Al di là dello schieramento, come ha tenuto a puntualizzare lo stesso tecnico, contano però le prestazioni con tutte le loro sfumature, aspetto questo che in queste prime partite ha riscosso ampio gradimento da parte di tutti, addetti ai lavori e tifosi.
Contro i giallorossi il Verona ha disputato una partita tatticamente molto accorta, mantenendo sempre alto il livello di concentrazione e lasciando il pallino del gioco in mano agli avversari, cercando nel contempo di limitare i danni sulle palle inattive, tipica situazione di gioco dove la formazione allenata da Josè Mourinho sa essere micidiale. Il grande merito mostrato dai gialloblù è stato soprattutto quello di riuscire a sopperire, con grande spirito di sacrificio da parte di tutti, alle difficoltà emerse durante l’intero arco dell’incontro, compresa anche la concitatissima fase finale, caratterizzata dall’inferiorità numerica derivante dall’espulsione di Hien e dall’interminabile recupero assegnato dal signor Doveri.
ASPETTI DA MIGLIORARE
Il Verona, come ha tenuto più volte a puntualizzare lo stesso Baroni, rimane una squadra in costruzione, sia nell’organico sia nella fase di consolidamento del nuovo pensiero tattico dell’allenatore toscano. L’aspetto sul quale si notano ampi margini di miglioramento – è stato lo stesso tecnico a evidenziarlo – riguarda la gestione della palla e la capacità di verticalizzare maggiormente il gioco, sia centralmente che sulle fasce laterali. In aiuto può sicuramente arrivare il mercato – nei desiderata del tecnico ci sono almeno altre due/tre pedine tra difesa e centrocampo – che entra nella sua ultima settimana di vita. Come sempre quella decisiva per le future sorti di ciascuna squadra. Almeno fino a gennaio del prossimo anno quando sarà data facoltà ai direttori sportivi di rimediare alle eventuali lacune rimaste.
Enrico Brigi