“Ho segnato, sognato e allenato…” Davide Pellegrini racconta la sua infinita storia con la maglia e la panchina Hellas

Allora, Davide, da dove cominciamo? Dall’inizio o dalla fine? “Cominciamo pure dall’inizio…”. Già, perchè poi ti aiuta a capire anche la fine. Il Davide di oggi, professione allenatore, giovanili dell’Hellas, in fondo è lo stesso del Pellegrini di ieri. “Papà – disse a 9 anni – non vorrei sentirti urlare mentre guardi la partita. Se ti sento dire qualcosa a me, a qualche compagno, all’allenatore o all’arbitro, io esco dal campo e non gioco più”.
Il Davide di oggi vorrebbe tanti papà esattamente così. “Ma non è facile, tanti papà e anche tante mamme, purtroppo, hanno l’idea di avere in casa dei fenomeni e non si accorgono di fargli solo
del male. L’ideale? Dei genitori che portano i bambini al campo, li seguono, senza dare troppi consigli, senza
chiedere sempre all’allenatore perchè e percome. Genitori che chiedono “ti sei divertito?”, perchè questo conta. Se un bambino si diverte, continuerà a giocare e magari lo farà anche bene. Ma se non si diverte, non andrà da nessuna parte”.
Il Davide di oggi racconta e si racconta col giusto distacco di chi ne ha viste tante e non si stupisce più di niente. “Del resto -sorride – col Verona ho fatto gol importanti, poi ho avuto anche la fortuna di poterlo allenare e di salvarlo dalla C2 in quella stagione maledetta. Che cosa potrei chiedere di più?”.
La sua salvezza. “No – ti corregge – non la mia, ma la salvezza di quel gruppo che lavorava con me e che ci credeva. Ho sempre creduto nel lavoro di gruppo, quella fu la salvezza di tutti. Il Verona non poteva andare in C2…”.
Facile chiedergli se quel giorno, o dopo quel giorno,
s’aspettava un po’ di riconoscenza in più. Magari la riconferma, come succede
tante volte nel calcio, quando non butti via il jolly che la sorte ti ha mezzo in mano. Scuote la testa, il Davide. “Riconoscenza ? Sono nel calcio da una vita, so come vanno le cose, non ti devi mai aspettare niente. Devi essere in pace con te stesso e con la tua coscienza, il resto non dipende da te”.
Allena i ragazzi, cercando di indicare loro la strada per arrivare, partendo dalle cose che ha messo via lungo la sua bella storia di campione. Qualche volta, soprattutto qualche genitore, gli chiede ricordi, aneddoti, emozioni. “Sai che questo signore ha
fatto un pezzo di storia dell’Hellas?” ha detto un giorno un papà a suo figlio. Davide sorride. “Il gol al Milan, quel gol del 2-1, proprio l’anno di Bagnoli, lo conoscono tutti. Pensa che un giorno, ero a Manhattam, incrocio un signore, mi guarda e mi fa: “Ma tu sei Pellegrini, quello del gol al Milan…”. Quello del gol al Milan, di tanti altri gol gialloblù. Quello che un giorno, molti anni dopo, (“…chi l’avrebbe detto?”) salverà il Verona dal baratro. Perchè a
Davide, in fondo, le sfide impossibili sono sempre piaciute. Anche quella lo era. La vinse lui.
Raffaele Tomelleri