Il 2024 si apre con Marco Paolini Da martedì 9 a domenica 14 al Nuovo va in scena “Sani! Teatro tra parentesi”

ROME, ITALY - OCTOBER 27: Marco Paolini attends a photocall for 'La Pelle Dell'Orso' on October 27, 2016 in Rome, Italy. (Photo by Camilla Morandi - Corbis/Corbis via Getty Images)

Quarto appuntamento con la rassegna “Il Grande Teatro” organizzata dal Comune di Verona e dal Teatro Stabile di Verona – Centro di Produzione Teatrale. Ad inaugurare il nuovo anno è l’attesissimo “Sani! Teatro tra parentesi” di e con Marco Paolini, in scena al Teatro Nuovo da martedì 9 a sabato 13 gennaio, alle 20.45, e domenica 14 alle 16.
In scena, insieme a lui, Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi, autori ed esecutori dal vivo delle musiche dello spettacolo che è prodotto da Michela Signori e da Jolefilm. Le luci sono di Michele Mescalchin, la fonica di Piero Chinello, la direzione tecnica di Marco Busetto. Il filo conduttore dello spettacolo è autobiografico. Nelle sue storie Paolini racconta momenti di crisi piccoli e grandi, personali e collettivi che hanno cambiato il corso delle cose, iniziando dai temi di fondo della crisi climatica e della transizione ecologica.
Si parte e si finisce con due storie già narrate nella “Fabbrica del mondo”, il progetto di Marco Paolini e Telmo Pievani trasmesso da Rai3 nel gennaio 2022. Si comincia dal racconto sul peso del benessere (l’Artificiale) in rapporto al peso della biomassa (il Naturale). Sulla scena un enorme castello di carte mostra la fragilità dell’equilibrio di ogni sistema ecologico, naturale o artificiale che sia. In rapida successione Paolini narra della crisi della guerra fredda che ebbe come protagonista Stanislav Petrov e del fine settimana in Islanda, a Höfði, che cambiò le sorti del mondo. Narra di Gemona e della Rosina, dell’uomo più solo al mondo, del peso delle cose, del lockdown del 2020 e dello sforzo necessario per costruire un progetto per il futuro. Il racconto iniziale e quello finale, “Cattedrale”, sottolineano che non basta avere la consapevolezza della crisi: servono tanto coraggio e tanta immaginazione, perché tornare a prima non si può. Desiderarlo è umano ma non è utile, né pratico.
“Le crisi – dice Marco Paolini – sono sul fondo, sono elementi della quotidianità che non trovano spazio nella nostra agenda, non sono emergenze che si chiudono, ma fasi. Conta come ce la raccontiamo: c’è chi dice “lo so già”, e c’è chi non ha voglia di ascoltare. A teatro devi essere attento a trasformare questi temi in qualcosa che abbia un appeal. Io ci provo con ironia, con canzoni e racconti, personali, condivisibili. Provo a far capire che quando sei a un bivio, hai sempre una scelta”.
“La musica in un teatro tra parentesi – aggiungono Anglana e Monguzzi – è suggestione veloce, capace di creare contrasto e raccordo, oltre che, come sempre negli spettacoli di Marco Paolini, elemento drammaturgico a sé, in grado di partecipare attivamente alla narrazione. Inizialmente, in piena emergenza Covid, ci siamo sforzati di scrivere canzoni che potessero alleggerire il peso di quei momenti, che fossero anche capaci di raccontare e condividere la difficoltà di quei mesi. Nel tentativo di comprendere quello che ci stava succedendo o forse semplicemente perché una criticità raccontata e condivisa fa meno paura”.
Giovedì 11, alle 18, gli interpreti di incontreranno il pubblico. Condurrà il direttore artistico Spettacolo del Comune di Verona Carlo Mangolini.