Il 27 gennaio ‘45: l’ora della vergogna. Accadde 76 anni fa, il mondo scopre l’orrore di Auschwitz Liberato il campo di concentramento dove furono uccise più di un milione di persone

Il 27 gennaio è la giornata in cui si ricordano tutte le vittime della Shoah e, più in generale, tutte le presone perseguitate dai Nazisti. La data scelta non è causale. Nel 1945, in quello stesso giorno, è stato liberato il campo di concentramento di Auschwitz.
La liberazione di Auschwitz è preceduta da tutta una catena di eventi. Ogni cosa inizia durante l’estate del 1944. L’Armata Rossa riesce a spingersi sempre più in profondità lungo il territorio controllato dalla Germania. Inoltre, fa partire l’Operazione Vistola-Oder, atta a portare l’esercito sovietico nel centro nevralgico della stessa Germania.
Osservando questa portentosa avanzata, le autorità naziste comprendono di dover cancellare qualsiasi prova dell’esistenza dei campi di concentramento. Ciò include pure la loro eliminazione fisica. Tale decisione porta, dunque, anche all’evacuazione di Auschwitz stesso. Le procedure cominciano il 17 gennaio del 1945. Nel mentre sono assassinati migliaia di prigionieri.
In 60mila vengono poi fatti allontanare dal lager. Per loro cominciano quelle che passano alla storia come le ”marce della morte”. I detenuti sono divisi in gruppi, ciascuno con una diversa destinazione. Chiunque non sia in grado di mantenere il passo, o sopportare le proibitive condizioni imposte dalle SS, è fucilato senza pietà. Ai superstiti, invece, spetta un’altra terribile sorte. Vengono, infatti, inviati in altri campi di concentramento in Germania.
Quando i militari sovietici arrivano all’interno del lager, si trovano, quindi, in un luogo che sembra a prima vista abbandonato. Presto, tuttavia, si accorgono che non è così.
Lì sono rimasti circa 7mila prigionieri. I nazisti hanno, infatti, lasciato lì gli individui estremamente deboli o in condizioni di salute molto cagionevoli. Tra di essi vi sono parecchi bambini. Le condizioni in cui si trovano sono a dir poco sconvolgenti.
L’orrore a cui assistono i militari sovietici non si ferma qui. Rinvengono 600 cadaveri in decomposizione. Scoprono, inoltre, tonnellate di capelli. Capelli che sono destinati alla vendita.
Auschwitz non è il primo campo di concentramento liberato. Durante la sua avanzata, l’Armata Rossa si è già imbattuta in altri lager. Il 27 gennaio è stato scelto comunque come data simbolo dell’olocausto. Questo, forse, per il significato che ha Auschwitz stessa.
È, infatti, lì dove si è verificato il più vasto genocidio di massa mai avvenuto in un singolo posto. L’US Holocaust Memorial Museum stima che qui hanno perso la vita circa 960mila ebrei, 74mila polacchi, 21mila rom, 15mila prigionieri di guerra e altre 10mila persone provenienti da differenti nazioni.

Giorgia Silvestri