Il Caldiero è padrone del suo destino In caso di vittoria i termali potrebbero disinteressarsi del risultato della rivale Piacenza

Caldiero, è un Comune italiano di 7.958 abitanti, della provincia di Verona, in Veneto. Fa parte della zona di produzione del vino Arcole Doc.
Così recita, in modo sommario, Wikipedia alla voce Caldiero. Una descrizione breve, succinta, poco da approfondire. Ma domenica pomeriggio attorno alle 17 circa, Caldiero potrebbe essere una delle 100 città ad avere una squadra tra i professionisti del calcio italiano.
E Verona e la sua provincia tornerebbero ad avere una sorta di primato invidiabile, quello di avere quattro realtà differenti tra i professionisti, contando Verona, serie A, Legnago, qualificato per i playoff di B, ultima stagione in C e Virtus Verona, serie C.
Pochi territori possono contare su una simile abbondanza. Resta l’ultimo ostacolo per vincere il braccio di ferro nientemeno che con il Piacenza, città di oltre 100 mila abitanti con alle spalle ben nove campionati di serie A e sedici tra i cadetti.
Un remake calcistico di Davide contro Golia e ancora una volta la storia potrebbe ripetersi. Perchè il Caldiero è assolutamente padrone del suo destino. Vincendo a Villa D’Almè, inizio della Val Brembana, contro un Villa Valle che più nulla ha da chiedere al campionato, la squadra veronese potrebbe disinteressarsi del risultato del Piacenza, a sua volta impegnato in trasferta sul campo della Varesina. Perchè in caso di vittoria di entrambe le squadre rimarrebbe quel punticino di vantaggio al Caldiero che aprirebbe ai termali le porte del paradiso.
E del Caldiero, finalmente, si è accorto anche il paese, la gente che vive in questo Comune che si è sviluppato negli anni lungo la statale che collega Verona a Vicenza. L’ultima gara casalinga, contro un’altra formazione bergamasca, la Virtus Ciserano e vinta all’ultimo istante, ha visto al Mario Berti la presenza di ben 1200 sostenitori, record assoluto per il calcio a Caldiero.
Sulle ali dell’entusiasmo ecco arrivare un decano del tifo gialloverde che, a proprie spese, ha allestito un pullman destinazione Villa D’Almè.
Un calcio ancora antico, una passione che riporta questo sfavillante mondo del pallone, ai sentimenti della sana provincia italiana. Perchè se il pullman è pagato dal singolo tifoso, la merenda è assicurata dalla Pizzeria Ristorante Calidarium, da cui il torpedone prenderà il via.
Tutto alla buona, perchè tutto è più semplice, più genuino.
Come le parole dell’artefice principale di questo miracolo sportivo, il giovane presidente Filippo Berti che nel 2004 è divenuto il massimo dirigente di una squadra che arrancava nelle categorie minori tra Prima e Seconda categoria e nel giro di un ventennio potrebbe diventare una realtà professionistica.
“Il calcio mi piace, ma rimane solo un hobby. Quello che conta è il lavoro, l’azienda. Capisco l’entusiasmo e anch’io ne sono in qualche modo contagiato. Ma lunedì comunque vada a finire la partita di domenica sono al lavoro. Mi aspetta una giornata ricca di impegni. E sono tutti più importanti del calcio”. Ma chi ama ancora il lato romantico dello sport non può che trepidare per il Caldiero. Dovesse farcela si concretizzerebbe una massima attribuita all’allenatore del Liverpool, il tedesco Jurgen Klopp. “Il calcio è l’arte di trasformare l’impossibile in possibile”.
Mauro Baroncini