Il caro-energia grava sugli ospedali. Secondo appuntamento con la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra Dovranno affrontare un aumento dei costi pari ad un miliardo e mezzo di euro

Negli ultimi tre anni la sanità pubblica e privata è stata sotto pressione a causa dell’epidemia di Covid-19, ma ora a questa emergenza, non ancora risolta del tutto, se ne affianca un’altra di altro tipo. Infatti, con la crisi energetica internazionale in atto il costo dell’energia elettrica e del gas è aumentato notevolmente, non solo per famiglie e imprese, ma anche per il settore pubblico, a cominciare proprio dalla sanità. Tanto che, a livello nazionale, le aziende ospedaliere e le aziende sanitarie dovranno affrontare nel 2022 un incremento di spesa per l’energia pari a un miliardo e mezzo di euro. «Gli ospedali hanno poche possibilità di ridurre i consumi. Non possono spegnere i macchinari o il riscaldamento, perché l’assistenza ai pazienti deve essere costante», afferma Carlo Rugiu, presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri di Verona. «I fondi andranno allora recuperati in altro modo. Come? Probabilmente rinunciando ad aggiornare le tecnologie sanitarie, svilendo così la qualità delle prestazioni del Servizio sanitario nazionale, e tagliando sugli investimenti previsti per la stabilizzazione e l’assunzione di nuovo personale. Queste due eventualità ci preoccupano fortemente, data la situazione già grave del sistema sanitario. Gli ospedali e la medicina del territorio stanno pagando le conseguenze di un definanziamento progressivo del Servizio sanitario che ha provocato il blocco del turn over, l’errata programmazione del fabbisogno e, di conseguenza, un problema di imbuto formativo che soltanto di recente è stato possibile recuperare grazie all’aumento delle borse di studio per l’ingresso nelle scuole di specialità. Nelle condizioni attuali, la carestia di personale che investe la sanità pubblica durerà almeno altri tre anni, fino al 2025. «Occorre pianificare attentamente affinché la nuova crisi che si affaccia all’orizzone non prolunghi o, peggio, aggravi questa carenza». L’impennata dei costi per le utenze sta avendo un impatto notevole anche sugli Odontoiatri. «Oltre a essere una categoria capillarmente distribuita sul territorio, gli Ondoiatri producono salute in un settore dove lo Stato copre solo il 4% delle prestazioni», ricorda Elena Boscagin, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Verona. L’argomento è stato affrontato nel corso del secondo appuntamento con la Giornata del Medico e dell’Odontoiatra di Verona, l’appuntamento celebrativo e di riflessione organizzato dall’Ordine dei Medici e Odontoiatri di Verona per celebrare l’incontro tra generazioni, il simbolico passaggio di testimone tra i colleghi più esperti e i giovani neo laureati e abilitati che, pronunciando il Giuramento di Ippocrate, entrano a pieno titolo nella professione. Hanno condotto le giornaliste Silvia Beltrami e Simonetta Chesini. Sono intervenuti per un saluto il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il prof. Giovanni De Manzoni in rappresentanza dell’Università di Verona, la dott.ssa Viviana Coffele per la AULSS 9 Scaligera e la dott.ssa Giovanna Ghirlanda per la AOUI di Verona.