Il costo delle sanzioni pagato dai piccoli Il mancato export verso la Russia mette in crisi il settore del legno-arredo

Il settore mobili arredo italiano ha chiuso in crescita il 2021, con un aumento del fatturato a 49 miliardi (+14% sul 2019) e delle esportazioni (+7% sul 2019), spinto da un generale clima di ripresa, ma adesso si teme una pesante battuta di arresto, complice il caro materie prime, il crescente costo dell’energia e non da ultimo la drammatica diminuzione dell’export verso il mercato russo, che complica ancora di più la situazione.
Per quanto riguarda la provincia scaligera il mobile arredo ha registrato un aumento del 6,4% arrivando a 106 milioni di euro di export, posizionandosi nella top ten dei prodotti più esportati.
“Non possiamo che constatare un aggravamento della situazione attuale, come sta avvenendo anche in altri settori – spiega Tiziano Mirandola, referente del settore legno per Casartigiani Verona -. È almeno dal settembre 2021 che subiamo i rincari delle materie prime (legno, pannelli e ferramenta), purtroppo è un trend negativo contro cui lottiamo da tempo. Solo per fare un esempio il mercato è così incerto e imprevedibile che i preventivi per le forniture non possono valere più di 10-15 giorni a causa dei continui rincari dei prezzi. Una situazione che mette in difficoltà tutta la filiera”.
A questo poi si aggiunge la crisi dell’export verso la Russia: “Per il settore del legno questo mercato rappresenta da tempo uno sbocco importante – sottolinea Mirandola – e a pagare il costo delle sanzioni sono le piccole e medie imprese che si vedono ancora una volta – come era giù successo nel 2014 con la guerra di Crimea – con le spalle al muro”. Molte aziende venete e della provincia scaligera con il tempo hanno infatti trovato nella Russia un acquirente privilegiato per mobili e materiali di arredo di qualità, costruendosi un mercato di nicchia, che adesso sta venendo meno. “Viviamo un forte periodo di incertezza’’, conclude Gianfranco Guarise.