Il Festival salva l’anima ambientalista Il premio Cai Verona è andato a Jadis di Sebastien Jam. Il concorso fotografico

Grande successo per il Verona Mountain Film Festival, che si è svolto con grande partecipazione di pubblico dal 22 al 25 febbraio presso l’Auditorium del Gran Guardia.
Il Festival è promosso dalla sezione di Verona del Club Alpino Italiano, con le sottosezioni Gruppo escursionistico alpinistico di Zevio e Gruppo Alpino Scaligero Verona e con la direzione artistica di Associazione Montagna Italia.
L’evento è patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Verona.
Durante la serata è stato presentato il libro “L’attrazione dei passi” di Tino Mantarro alla presenza dell’autore e di Luigi Licci, titolare della Libreria Gulliver di Verona.
Si sono svolte inoltre le premiazioni del concorso cinematografico internazionale e del concorso fotografico promosso da Fondazione Giorgio Zanotto, alla presenza degli autori delle opere vincitrici, dei partner dell’evento e delle autorità.
A seguire è stato proiettato lil film spettacolare Mount Saint Elias di Gerald Salmina.
Il film vincitore è risultato Jadis di Sebastien Jam al quale è andato il premio Cai Verona. Il film propone, attraverso l’esperienza di un alpinista maturata negli ultimi anni, di affrontare oggi la montagna in un modo molto più sostenibile dell’attuale, riscoprendo attrezzature del passato che consentono comunque di vivere pienamente l’avventura. Vengono così salite molte vette dei Pirenei così come furono conquistate a partire dal 1787. E l’anima ambientalista è così salva.
Menzione speciale a Luca Matassoni e Marco Tonolli per Alta via 4000, una bella sfida che due amici alpinisti riescono a vincere in un’unica stagione: scalare tutti gli 81 Quattromila delle Alpi! Un’avventura senza soste per scommettere sui propri limiti e una carrellata di panorami d’alta quota mozzafiato delle più belle montagne d’Europa tra Italia, Francia e Svizzera. Per il concorso fotografico il premio Fondazione Giorgio Zanotto è andato a Luca Bentoglio con “Bellezza incorniciata”, una finestra emozionante sulle Tre Cime di Lavaredo, incorniciate da un’apertura nella roccia, nel periodo estivo, in una giornata splendida di agosto. Alla base, fiori rosa ed erba verde, creano l’impressione di essere lì, presenti. I colori vivaci e la composizione fotografica degli elementi creano un’atmosfera sognante, oltre a dare un senso di infinito, con la voglia di raggiungere le montagne e percorrere il turistico giro. Ma la fotografia più votata dal pubblico presente in sala durante il Festival è stata Chiaror di luna di Claudio Giugni