Il pianoforte si tinge di colore rosa Pegoraro: “Livello elevato che dimostra amore per la musica. Puntare sui più giovani”

Una finale per la prima volta tutta al femminile quella della nona edizione del Concorso pianistico internazionale Città di Verona, andata in scena all’Auditorium della Gran Guardia dopo un anno di stop causato dalla pandemia. A contendersi il primo Premio Città di Verona tre giovani talenti “rosa” del panorama pianistico internazionale: Seolhwa Kim, 28 anni, della Corea del Sud, Saya Ota, 26 anni dal Giappone e Shih-Yu Tang, 26, giunta da Taiwan, giudicate le migliori dopo tre intensi giorni in cui la giuria aveva ascoltato in Gran Guardia le esibizioni dal vivo dei 35 artisti ammessi alle prove eliminatorie in presenza (66 i giovani pianisti provenienti da 23 nazioni che si erano iscritti lo scorso agosto inviando i video con le loro esibizioni).
I riconoscimenti.
Alla fine di una finale combattuta fino all’ultima nota e per questo segnata da qualche sbavatura, la giuria – composta dai maestri Daniel Rivera, Salvatore Spanò, Edoardo Strabbioli, dal direttore artistico del concorso Roberto Pegoraro e presieduta da Jean-François Antonioli – ha ritenuto di non assegnare il primo premio. Il secondo premio (pari a 2.500 euro), istituito da Mara Piovesan Bademer in memoria del marito, è andato a Saya Ota. Terzo premio (1.500 euro), istituito dall’Associazione musicale Liszt 2011, è stato invece assegnato a Shih-Yu Tang, che ha meritato anche il premio speciale Laura Scaratti e il riconoscimento della Giuria Junior, composta dagli studenti del liceo musicale Montanari. A Saya Ota, infine, anche il premio speciale Paganuzzi, in ricordo del musicologo e curatore degli archivi storici dell’Accademia Filarmonica di Verona.
«Anche quest’anno il Concorso Città di Verona si è dimostrato un solido punto di riferimento per i giovani artisti che si affacciano a questa professione. E la passione e il merito delle tre finaliste e dei loro colleghi sconfessa la presunta disaffezione dei giovani nei confronti della musica colta e ci induce, quali operatori del settore, a operare al meglio per sostenerli, aiutandoli nella difficile carriera concertistica», spiega il direttore artistico, Roberto Pegoraro. «Quest’anno ha debuttato anche lo Young Verona Piano Competition: un concorso a categorie, a partire dai bimbi nati nel 2013 e fino a ragazzi di sedici anni, che ha visto coinvolti iscritti provenienti dalla Malesia, Tailandia, Cina, Armenia, Stati Uniti, Vietnam, Giappone, Nuova Zelanda e da tutta l’Europa, e studenti in alcune delle più prestigiose scuole musicali del mondo, quali l’Accademia di Imola per l’Italia, la Julliard School di New York, la Osaka School e Sapporo Kaisei School in Giappone, la Kunst University di Graz, la Tchaikovsky Central School del Conservatorio di Musica di Mosca. Mai ci saremmo aspettati da loro un livello così alto di pianismo e di espressione artistica. A tal punto che stiamo pensando, per la prossima edizione, di organizzare in presenza anche questo concorso».