Il ponte dei sospiri La piena dell’Adige ha danneggiato il cantiere per la ristrutturazione di Ponte Nuovo: si prevedono ulteriori mesi di lavoro nel 2024. Un’opera dalla storia travagliata: è stato rifatto 12 volte, questa è la tredicesima. Ora situazione sotto controllo

Dal Medioevo a oggi è stato rifatto dodici volte, questa è la tredicesima. Il cantiere ha subito danni, i lavori si allungheranno ancora

Si chiama Ponte Nuovo ma sta diventando il Ponte dei sospiri. Rifatto almeno 12 volte nella sua storia, ha preso storicamente questo nome proprio perché era sempre… nuovo ma adesso la sua ristrutturazione rischia davvero di diventare una fabbrica eterna.
La recente piena del fiume Adige infatti ha rovinato l’impalcatura del cantiere aperto ormai da quasi due anni per la sistemazione della struttura che guarda verso nord e la conclusione dei lavori sarebbe prevista per la primavera del 2024.
Tuttavia pare che la piena abbia provocato non pochi danni al cantiere e la valutazione precisa potrà essere fatta solo ad emergenza conclusa.
Appare comunque molto probabile che si renderanno necessari altri mesi di lavoro, ancora da quantificare, per riparare i danni subiti in questi giorni.
E questo vorrà dire un ulteriore allungamento dei tempi di sistemazione: quando mai vedremo finito questo ponte? Di sicuro sarà certamente nuovo, perché rifatto da cima a fondo.
Del resto la sua è sempre stata una storia tormentata, fin dalla fondazione come ricorda Mario Patuzzo nel suo libro “L’Adige, Verona e i suoi ponti”: travolto dalle piene dell’Adige, distrutto da incendi (era di legno), crollato sotto il peso delle truppe viscontee, minato nel 1945 dalle truppe naziste tedesche, “dal Medioevo a oggi è stato rifatto dodici volte”. Questa è la tredicesima.
Un ponte in legno, un po’ più a nord, esisteva già nel 1179 per mettere in comunicazione la città con l’Isolo, ma venne travolto da una inondazione e fu ricostruito da Alberto della Scala nel 1299: finì bruciato nel 1335 e l’anno seguente Mastino II decise di ricostruirlo in pietra e mattoni.
Venne nuovamente travolto dalla piena, venne riedificato in legno e crollò sotto il peso dei soldato in fuga durante la guerra tra Venezia e Milano: era il 1439.
Ricostruito ancora, crollò travolto da una enorme piena dell’Adige finché non venne rifatto nel 1529 in pietra su disegno del Sammicheli.

Venne distrutto dalla piena del 1882. Poi arrivò il cemento armato. Venne demolito anche per consentire la costruzione dei muraglioni di contenimento dell’Adige. Gli venne cambiata posizione per collegare via Nizza con San Tomaso e l’Isolo

La tragica piena del 1882 fu fatale anche per il ponte Nuovo che venne ricostruito in ferro e ad una sola arcata-. Demolito nel 1894 per la costruzione dei muraglioni dell’Adige, venne ricostruito un po’ più a sud, nella posizione attuale.All’inizio degli anni ’30 il Comune chiese l’autorizzazione, visti i problemi statici, al Magistrato alle Acque per la sua sostituzione con un nuovo manufatto in calcestruzzo armato. Questo venne ricostruito in posizione leggermente diversa per consentire l’allineamento tra via Nizza e strada San Tomaso, secondo un’indicazione del Piano Regolatore.L’appalto di concorso venne bandito il 30 gennaio 1935 e fu vinto dall’impresa Bertelé, che presentò il progetto all’Ufficio Tecnico del Comune entro la fine dell’anno, dopo il nulla osta provvisorio del Magistrato il 14 maggio 1935. Successivamente una serie di questioni rinviarono l’inizio dei lavori, come la richiesta della Soprintendenza di modificare il progetto per migliorarne l’impatto ambientale prevedendo anche un rivestimento lapideo. Queste richieste comportarono delle modifiche importanti sia dal punto di vista idraulico che strutturale: la riduzione della sezione liquida richiese infatti il cambio delle quote di imposta del ponte con problemi di raccordo con le strade, mentre l’aumento della freccia e il peso del rivestimento condussero l’adozione di armature del “tipo Melan”, costituite da un complesso traliccio di ferro che veniva annegato nel getto di calcestruzzo, come ricostruito dalla ricerca di Arcover, il gruppo di architetti che ha allestito una mostra sui ponti del Novecento.

Nel 1945 fu fatto a pezzi dai nazisti. Ma fu uno dei tre ponti che l’amministrazione decise di ricostruire per primi. Aperto nel 1947

Nel luglio del 1937 venne presentato il progetto definitivo elaborato dall’impresa Bertelé con la consulenza dell’ing. Giuseppe Albenga, sostituito poi dall’ing. Federico Albert.I lavori iniziarono nell’ottobre 1937 e terminarono nel maggio del 1938, ma si protrassero fino alla fine del 1939: il ponte venne collaudato dal prof. Luigi Stabilini nel maggio 1940. Il costo dell’opera fu di 990.000 lire.
Il ponte venne poi distrutto nel 1945 dalle mine tedesche, ma fu uno dei ponti cittadini che  l’Amministrazione decise di ricostruire per primi, per motivi di viabilità. Il progetto di ricostruzione venne elaborato dall’Ufficio del Genio Civile già alla fine del 1945, che ne curò sia gli aspetti idrauliche la definizione degli aspetti costruttivi di massima. La gara di appalto vide finaliste le imprese Ragazzi (Milano), I.C.C.A. (Verona) e Chiesa(Milano): quest’ultima già aggiudicatrice della gara di ponte Garibaldi vinse anche questo appalto grazie all’impiego della centina metallica che consentiva un notevole risparmio di tempo. Il disegno del ponte venne curato dall’arch.Filippini e il progetto strutturale dall’ing. Arturo Danusso, consulente perl’impresa Chiesa.Il progetto ottenne ilfinanziamento dell’Allied Military Gouvernement (AMG) il 20 marzo 1946, data incui l’impresa Chiesa presentò il progetto definitivo, mentre i lavoririsultarono facilitati dalla possibilità di riutilizzare la pila di destra epoterono iniziare già ad aprile. A causa dell’aumento della portata del fiume la fine dei lavori, prevista per il 30 agosto 1946 venne prorogata fino al 30 giugno 1947. Il ponte venne inaugurato il 16 ottobre 1947. Il costo complessivo dell’opera fu di 27.899.000 di lire.