Il Quadrilatero senza… quadra. Il futuro del palazzo di Unicredit infiamma il Consiglio comunale Mariott, la multinazionale americana, pronta ad un investimento da 80 milioni

Partito e subito sospeso il dibattito per il cambio di destinazione d’uso del Palazzo Unicredit, che nelle intenzioni dei proprietari dovrebbe trasformarsi da banca a hotel cinque stelle. In gioco c’è la modifica dell’ingente patrimonio immobiliare del cosiddetto Quadrilatero, gli edifici di proprietà di Patrizia immobiliare delimitati dalle vie Garibaldi, Emilei, San Mamaso e Sant’Egidio. Un gran bel boccone.
Fino a qualche anno fa sede degli uffici del gruppo bancario Unicredit, gli spazi di importante pregio potrebbero ospitare la catena alberghiera Marriott Internazional, multinazionale americana che gestisce hotel di alto livello in tutto il mondo, facendo del lusso e dell’esclusività dei servizi i suoi punti di forza.
La struttura, grazie al cambio d’uso, diventerà un albergo di 140 camere, con una piccola area commerciale, un centro benessere pubblico e sale per centro congressi.
Un investimento che si aggira intorno agli 80 milioni di euro, 40 dei quali necessari per il recupero degli immobili, circa 22 mila metri quadrati, che la Marriott International ha deciso di fare a Verona in virtù di una progressiva crescita turistica della città e di una sostanziale stabilità nel numero di strutture ricettive veronesi.
A sostenere la delibera è intervenuta l’assessora alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala, da poco passata nelle file della Lega.
“Il cambio di destinazione – ha spiegato l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala – punta ad attribuire all’intero compendio una nuova finalità, appropriata ed economicamente sostenibile nel rispetto della sua consistenza e delle sue peculiarità storiche. Un’operazione che consentirà non solo la complessiva valorizzazione di questi immobili, ma un più ampio piano di intervento in favore del centro storico e di importanti attrattori culturali cittadini. Inoltre, contestualmente al cambio di destinazione d’uso degli immobili interessati al progetto, quali opere compensative del valore di circa 2 milioni 100 mila euro, è allo studio una soluzione per le criticità viabilistiche in zona Teatro Romano e Ponte Pietra e per includere l’area nel circuito turistico, rendendola ancora più attrattiva attraverso un assetto funzionale e sicuro”.
Di parere diametralmente opposto il capogruppo di Sinistra Verona in Comune Michele Bertucco. “ La verità- ha detto- è che siamo ad esaminare una mera speculazione economica, il cui unico fine è quello di portare, oltre ad un grande albergo, nuovo commerciale e residenziale. Il tutto senza un piano della sosta che possa soddisfare veramente i clienti delle 140 nuove camere d’albergo che arriveranno in via Garibaldi e delle attività di cui si prospetta la futura apertura. Tanta speculazione senza ritorno concreto per la città’’.
Anche per la consigliera del Pd Elisa La Paglia “sfugge invece quale sarà il contributo alla pubblica utilità”.
A chiudere, per ora, la polemica ci ha pensato il consigliere di Battiti per Verona Domani Marco Zandomeneghi che ha proprosto la sospensione del dibattito e dei lavori dell’aula. Proposta subito accolta dal vicepresidente del Consiglio comunale Paolo Rossi. E alle 19.30 tutti a casa. La scelta dovrebbe consentire, nelle intenzioni della maggioranza di Centrodestra, una nuova valutazione sulle strategie di intervento, trovando la quadra per la stesura di un unico emendamento condiviso fra maggioranza e minoranza. Come dice Zaia: ragioniamoci sopra.