“Il vaccino? Ci vorrà ancora un anno” Intanto, uno studio dell'Università di Napoli, "promuove" la liquirizia come antiCovid

“Le epidemie possono essere vinte solo se c’è il contesto sociale giusto. Dobbiamo immaginare che una forza aliena invisibile abbia invaso la Terra per distruggere l’umanità, e che solo unita la nostra specie possa farvi fronte, come con l’Aids”.
Sono le parole di Robert Gallo, uno dei due scopritori del virus dell’Hiv nel 1982 che dirige l’istituto di virologia umana all’università del Maryland, negli Usa e che nel 2011 ha fondato il Global Virus Network, rete di laboratori in 35 Paesi che studia i microbi più insidiosi del mondo.

Gallo, ha poi fatto riferimento al vaccino contro il coronavirus: “Non lo abbiamo e non credo ci arriveremo presto. Chi ci lavora è generoso nel fare annunci, ma è facile dire che viene stimolata la risposta immunitaria. Quello che dobbiamo sapere è quanto dura, questa risposta. E non ci vorrà meno di un anno. Il problema va risolto dalla scienza, non dalle ong. Prima facciamolo questo vaccino. Rendiamolo facile da produrre e poi vedremo che darlo a tutti non sarà così difficile. Non capisco a cosa serva oggi una Gavi (Alleanza mondiale per vaccini e immunizzazione formata da enti internazionali e donatori ndr ) che si impegna a distribuire un prodotto che non c’è”.
Dalla scienza, conclude “mi aspettavo di più. Dopo sei mesi siamo ancora fermi a farmaci vecchi come remdesivir o idrossiclorochina”

Una curiosità arriva intanto da dall’Università Federico II di Napoli: la glicirrizina, il principale costituente della liquirizia, ha la capacità di ostacolare l’ingresso del virus all’interno delle cellule umane.
Lo rivela all’Adnkronos Salute Desiderio Passali, past president Italian Society of Rhinology.
“Noi – spiega Passali – la usavamo per le forme ricorrenti di rinosinusite nasale».
Lo studio dell’Università napoletana ha mostrato che questa sostanza «è in grado, in vitro, di legarsi sia al recettore Ace delle cellule umane che alla proteina Spike del virus, rispettivamente la serratura e la chiave di accesso del virus all’interno delle cellule dell’organismo umano, e come risultato provocherebbe l’oggettiva difficoltà da parte del virus di entrare nella cellula umana e di replicarsi».
La molecola era già stata oggetto di studi in occasione dell’epidemia da Sars, come farmaco efficace contro il virus. La glicirrizina viene anche utilizzata per curare l’infezione da HIV e l’epatite C, oltre ad avere proprietà antivirali dirette nello specifico contro i Coronavirus. Tutto questo a fronte di un basso profilo tossicologico.