Il viaggio tra le meraviglie della nostra città Villa Della Torre

Villa Della Torre è una villa di Fumane in Valpolicella (Verona), risalente al XVI secolo. La pianta, imperniata su un cortile con peristilio, si rifà alle antiche case romane. L’interno contiene quattro camini a mascherone i quali si inseriscono in un itinerario simbolico che abbraccia l’intero complesso. La villa nasce da una committenza strettamente legata agli ambienti religiosi del tempo: Giulio Della Torre era un autore di saggi morali e collezionista di antichità, e i figli Girolamo, prevosto ( parroco, in alcuni monasteri, il primo dignitario dopo l’abate) della cattedrale di Verona, Francesco era il segretario del vescovo di Verona Gian Matteo Ghiberti. I Della Torre, venuti in possesso di un edificio tre-quattrocentesco lo trasformarono e ampliarono. Secondo testimonianze storiche d’archivio la nuova villa era in via di ultimazione nel 1545.
La villa rimase di proprietà dei Della Torre fino ai primi decenni dell’Ottocento.
Nel 1952 la villa fu acquistata da Girolamo Cazzola, che a partire dal 1960 intraprese un generale restauro.È ancora incerta la paternità progettuale della villa. Attribuita subito a Giulio Romano e in seguito a Michele Sanmicheli l’autore almeno della annessa chiesetta, di forma ottagonale. I camini che si trovano all’interno delle stanze realizzati con mostruose bocche, sono stati rivendicati agli stuccatori Ridolfi. Probabilmente la costruzione è avvenuta in un lungo periodo e ci sono quindi più mani nel disegnarla. In ogni caso la Villa fu edificata verso il 1560 per conto dei Della Torre sul luogo di un preesistente edificio già dei Maffei ed in data ancora precedente dei Della Scala: un disegno del 1562 la ritrae già con l’aspetto attuale. La Villa non rispetta nella sua pianta quelle dello stesso periodo, avendo uno schema che ricorda le DOMUS romane. Internamente la Villa viene realizzata con tre cortili a piani crescenti, di cui il più alto entra nel giardino. Un’ampia scalinata porta dal primo cortile al giardino. Come accadeva per le ville vicentine del Palladio, la villa si fonde con la natura circostante ed interna. Nel cortile superiore è situato il tempietto ottagonale attribuito al Sammicheli.
Dal 2008 il complesso è divenuto proprietà di Marilisa Allegrini, ed è, come molte ville della zona una pregiata cantina di vini.Il peristilio punto focale della villa, è delimitato da pilastri dai conci appena sbozzati, così come i soprastanti capitelli dorici che sorreggono una trabeazione priva di triglifi. Tutto ciò, così diverso dagli elementi tipici dell’architettura del rinascimento, evoca l’idea di una classicità corrotta e decadente. La chiesetta, o tempietto, riprende dai battisteri e dalle chiese dei martiri la forma a ottagono, simbolo dell’ottavo giorno, il giorno della vita eterna. Giorgio Vasari (le vite, 1568) ne assegna la progettazione a Michele Sanmicheli (“Fece Michele ai signori conti della Torre una bellissima cappella a uso di tempio tondo con altare in mezzo, nella loro villa di Fumane”). L’antistante atrio, tuttavia, mostra caratteri stilistici tipici di Giulio Romano. (pianta a due absidi laterali e fronte esterna a serliana inquadrata), i quali fanno ipotizzare che l’atrio sia precedente al corpo ottagonale e dunque coevo al resto della villa (1545 circa).
Tiziano Brusco