In 18 mila per sostenere il Verona. La sfida con la Fiorentina per coltivare la speranza di salvezza Le due tifoserie sono legate da un gemellaggio antico. La storia di Luciano Venturini

hellas stadio udali Ph Renzo Udali©

Viola da una parte e gialloblù dall’altra. In questi colori è racchiusa la storia di Luciano Venturini, uno dei tanti doppi ex di Verona-Fiorentina, sfida dal sapore antico, impreziosita da un gemellaggio tra tifoserie tra i più longevi. Al Bentegodi saranno circa 18000 gli spettatori. «La Fiorentina – racconta – rappresenta la parte più importante della mia carriera professionistica. In maglia viola ho trascorso otto anni, facendo tutta la trafila del Settore Giovanile, fino all’esordio in serie A». Una data impossibile da dimenticare. «La ricordo molto bene, era domenica 19 febbraio 1978, contro il Perugia». In quella stagione per lui 12 presenze e un gol contro il Vicenza. «A Firenze – aggiunge – sono anche cresciuto sia come uomo che come calciatore». Oltre all’esordio nella massima serie, Venturini, una delle migliori giovani promesse viola di quegli anni, conquistò con la formazione Primavera per due volte di fila il torneo di Viareggio. «Fu una grande soddisfazione. In quella squadra, oltre a Giovanni Galli in porta, con me c’erano anche Luciano Bruni, Luigi Sacchetti e Antonio Di Gennaro, tutti giocatori che poi avrebbero fatto parte di quel Verona che vinse lo scudetto. Sacchetti, addirittura, segnò il gol della vittoria nella finale del secondo anno contro il Perugia. Di Firenze conservo veramente dei ricordi meravigliosi». Dopo Firenze, una stagione a Livorno e qualche mese a Pistoia, prima di arrivare a Verona. A volte, però, bisogna avere la fortuna di capitare nel posto giusto al momento giusto. «Verona poteva rappresentare per me il posto giusto ma, probabilmente, ci capitai nel momento sbagliato. Fu una stagione di B molto travagliata, dove ci salvammo solo all’ultima giornata, pareggiando per uno a uno in casa della Spal. Misi comunque insieme una ventina di presenze, segnando anche un gol contro il Lecce. Peccato non essere rimasto l’anno dopo, quando con l’arrivo di Bagnoli, la società mise le basi di un periodo d’oro che dopo la promozione in A avrebbe portato la squadra a conquistare lo scudetto e la partecipazione alle Coppe». Ironia della sorte, l’anno della sua dipartita da Verona, in riva all’Adige arrivò un giovane Antonio Di Gennaro, al quale Venturini rimane molto legato. «Con il Dige – racconta – abbiamo fatto insieme tutte le giovanili viola, fino alla Primavera e alla Prima squadra. Fossi arrivato l’anno dopo probabilmente ci saremmo ritrovati ancora a giocare insieme. Peccato, ma il calcio è anche questo». Ma lunedì sera come finisce? «La Fiorentina in questo momento sta andando bene in Europa mentre in campionato il rendimento è ancora altalenante. Spero che continui così perché lunedì i tre punti sono molto più importanti per l’Hellas. Per una squadra come il Verona il raggiungimento della salvezza rappresenterebbe un risultato sportivo molto importante. I gialloblù si sono ripresi, dopo le dieci sconfitte di fila, e in questo momento sono in continuo miglioramento. Spero continuino così».

Enrico Brigi