Inclusione con le comunità straniere Avviato un percorso di costruttiva convivenza con le diverse realtà che popolano la città

foto Martin

Si è svolta alla Gran Guardia la prima conferenza provinciale con le comunità straniere promossa dalla Questura in collaborazione con l’amministrazione comunale. Un’opportunità di scambio interculturale orientata al miglioramento dei servizi offerti e volta ad avviare un percorso di costruttiva convivenza con le diverse realtà che popolano la città di Verona teso a sviluppare lavori di comunità e percorsi positivi di inclusione: ciò, in particolare con quei ragazzi giovani che non hanno ancora compreso quale sia la strada giusta. Un impegno, quindi, delle autorità locali per instaurare un dialogo verso la legalità: “il vero presidio sul territorio è dato dalle persone, che è importante che vengano coinvolte in un progetto di inclusione di tipo valoriale”, “bisogna fare comunità per accrescere la sicurezza sul territorio: un lavoro che deve guardare ad un sistema civile non di coabitazione ma di convivenza”, ha ripetuto più volte il questore Roberto Massucci.

Ufficio immigrazione con sala d’attesa. Inaugurata un’area di accoglienza sul piazzale della questura per chi attende il permesso

L’incontro, accolto con particolare entusiasmo e che ha visto la partecipazione di ben trenta comunità straniere stanziate sul territorio veronese, ha rappresentato l’occasione per affrontare insieme tematiche di interesse comune, quali l’accoglienza o le difficoltà riscontrate per l’accesso alle procedure amministrative di rilascio dei documenti di soggiorno. “Abbiamo inaugurato la sala d’attesa dell’Ufficio Immigrazione della Questura: un’area di accoglienza nel piazzale della Questura per consentire alle persone in attesa del permesso di soggiorno – che prima sostavano sul marciapiede – di aspettare sotto una tensostruttura messa a disposizione dal Comfoter di Verona abbellita da piante e fioriere donate con grande senso delle Istituzioni dalla Giambenini Srl – Architettura del Giardino”. L’attivazione di questa struttura rappresentana il primo passo verso un percorso di conoscenza e di rispetto reciproco, affinché siano messe in campo iniziative di comunità che “inevitabilmente hanno un effetto positivo anche sulla sicurezza”.