Inflazione e tassi, rapporto complesso. Il presidente di Adiconsum Veneto analizza la situazione economica Tutte le conseguenze per i consumatori di fronte all’aumento generale dei prezzi

Il rapporto tra inflazione e tassi di interesse è complesso e può essere influenzato da diversi fattori. In generale, esiste una relazione tra inflazione e tassi di interesse, ovvero quando l’inflazione aumenta, i tassi di interesse tendono ad aumentare e viceversa. Questa relazione è basata su due concetti principali: la domanda di moneta e la politica monetaria delle banche centrali. Quando l’inflazione aumenta, la domanda di moneta diminuisce perché i consumatori preferiscono spendere i propri soldi per acquistare beni rifugio (immobili, materie prime, ..). Per ridurre la domanda e frenare l’inflazione, le banche centrali possono aumentare i tassi di interesse. L’aumento dei tassi rende i prestiti più costosi, riduce la spesa e limita la domanda aggregata nell’economia. Per converso, quando l’inflazione è bassa, le banche centrali possono ridurre i tassi di interesse per stimolare la spesa e la domanda aggregata. Tuttavia, è importante sottolineare che la relazione tra inflazione e tassi di interesse non è sempre lineare e può essere influenzata da altri fattori economici. Ad esempio, durante periodi di recessione economica, le banche centrali possono ridurre i tassi di interesse anche se l’inflazione è relativamente alta per stimolare l’attività economica. L’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse può avere diverse conseguenze per i consumatori. Ecco alcune delle principali: 1. Costo della vita più elevato. L’aumento dell’inflazione porta ad un aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi. Per difendersi i consumatori debbono risparmiare, approfittare delle offerte e non eccedere negli acquisti. 2. Riduzione del reddito disponibile. Se i tassi di interesse aumentano, i prestiti diventano più costosi, inclusi i mutui ipotecari e i prestiti personali. In questo caso conviene ristrutturare il debito con gli strumenti offerti dalla legislazione nazionale come, ad esempio, la surroga o la rinegoziazione del mutuo. 3. Risparmio meno redditizio. In una fase inflazionistica, è probabile una perdita del capitale investito. Pertanto è importante tenere monitorato il proprio budget familiare e apportare gli adeguamenti necessari. E’ consigliabile pertanto monitorare attentamente le spese e identificare le aree in cui è possibile ridurre i costi per risparmiare. 4. Investimenti. L’aumento dei tassi di interesse può influenzare anche gli investimenti. In tale ambito conviene diversificare e prediligere strumenti e prodotti che garantiscano il rendimento del capitale come i titoli indicizzati all’inflazione e gli investimenti in beni reali. Per mitigare gli effetti negativi dell’aumento dell’inflazione sui consumatori sono inoltre necessari interventi pubblici che garantiscano quanto più possibile il mantenimento del potere d’acquisto delle famiglie.

Davide Cecchinato

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