Joyce, nella scia di William Butler Yealts E’ il secondo autore più influente della letteratura irlandese, ma il più famoso al mondo

James Joyce, irlandese, è sicuramente tra gli scrittori più famosi e influenti del secolo scorso, un autore che ha influenzato con il suo stile e le sue tecniche di scrittura, molto peculiari. Joyce è il secondo autore più influente della letteratura irlandese, il che non è una semplice indicazione di gusto, o una valutazione estemporanea e di conseguenza priva di valore.
Come si usa dire in Irlanda, ciò che per l’Inghilterra è Shakespeare, per l’isola di smeraldo è William Butler Yeats, grandissimo poeta che esprime in immagini lo spirito dell’isola, e che è storicamente ritenuto molto rilevante per il suo coinvolgimento nelle vicende della rivoluzione che ha condotto all’instaurazione della Repubblica d’Irlanda, indipendente, dunque dal dominio britannico.
Delle numerose contee che costellano l’Irlanda, solo sei sono rimaste fedeli alla corona inglese, a testimonianza della difficoltosa composizione delle differenti istanze emerse tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, culminate in una guerra civile. Joyce riconobbe esplicitamente l’importanza di Yeats, più anziano di lui: in una lettera formidabile, leggibile in riproduzione presso il Museo della Letteratura di Dublino, Joyce scrisse al poeta, comunicandogli le proprie difficoltà nel pubblicare la propria prima opera, i Dubliners, e chiedendogli indirettamente un supporto. Nonostante questo, Joyce è forse più noto al grande pubblico di Yeats, per diverse ragioni. Innanzitutto, dal punto di vista italiano, è noto che egli trascorse del tempo – il periodo più felice della sua vita, a sua detta – a Trieste, e i suoi figli recano tutti nomi italiani. D’altro canto, l’opera più famosa di Joyce è effettivamente una delle opere più famose della letteratura mondiale, e costituisce una ripresa di un topos noto, molto esplorato, qual è quello dell’Odissea: nello Ulysses, in cui ogni episodio è introdotto da un titolo che si riferisce al poema omerico, si leggono i vagabondaggi di un gruppo di dublinesi nell’arco di una giornata. Dublino, sempre nel cuore di Joyce, ha accolto in se stessa, viceversa, l’omaggio recatole dallo scrittore: per la città si possono effettivamente incontrare i luoghi descritti da Joyce, tale che il romanzo è effettivamente una mappa vissuta della città, e persino quei prodotti che i personaggi comprano nel romanzi, nei negozi reali che, se ancora esistono, si fregiano di quel sapore di immortalità conferito loro da uno scrittore immortale, difficile da leggere, dallo stile personalissimo – il famoso stream of consciousness, la trascrizione del pensiero senza punteggiatura, l’onomatopea e altri tratti – ma che, proprio per questo, occupa un posto principe nella storia della letteratura.

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