La cena no ma i jeans sì – il diario di Raffaele Tomelleri

Un giorno in meno, al 4 maggio. Mica poco, di questi tempi. E, altro dato importante, ieri non c’è stata la solita trovata quotidiana. Due giorni fa i jeans da sanificare in camerino, ieri gli ultrasessantenni “prigionieri” in casa. Ieri è andata bene. La task force di Colao s’è presa un giorno di riposo, meglio così. Scherziamoci un po’ su, un sorriso è raro di questi tempi. Deve averlo capito anche Zaia che non a caso sta forzando i tempi. Perchè non se ne può più, perchè ripartire si deve, non solo a parole. Questo è il momento delle scelte, l’ora della sintesi. La scienza dà le sue indicazioni, la politica compie le sue scelte, non si può barare. Sei lì per quello. Zaia fa bene a forzare, anche se l’orientamento è quello di “graduare” la ripresa, cosa che risulta difficile da capire. “Tu dammi tutte le indicazioni e noi partiamo”. Questo dicono imprenditori, commercianti, liberi cittadini. Ci sono contraddizioni assurde. La sensazione è che la quarantena non abbia fatto bene a tanta gente. Coraggio, comunque. Non siamo ancora fuori, ma il peggio è alle spalle. E’ ancora presto per prenotare una cena, ma non per andare a vedere un paio di jeans. Allegria.