“La la land’’ tra creatività e ambizione E’ il musical più rappresentativo di un’intera generazione di cinefili, artisti e sognatori

La la land (2017) – RaiPlay

Mia, aspirante attrice, serve cappuccini alle star del cinema fra un’audizione e l’altra. Sebastian, appassionato musicista jazz, tira a campare suonando in squallidi piano bar. Tuttavia, quando il successo cresce per entrambi, i due si trovano di fronte a decisioni che incrinano il fragile edificio della loro relazione amorosa…
Film di svolta per la carriera del regista americano Damien Chazelle e rivoluzione d’immaginario per l’intera cinematografia mondiale, La la land è il musical più rappresentativo di un’intera generazione di cinefili, artisti e sognatori che vivono e si infiammano del potere della creatività e di ciò che essa, se ben stimolata e incanalata, è capace di generare. Di stimoli e innovazione si parla infatti con questa storia d’amore e di ambizioni perfettamente confezionata dal regista statunitense, che in poco più di due ore riesce a gettare lo spettatore in un mondo parallelo fatto di musica, colori, sogni, simmetrie geometriche e un’innumerevole, goduriosa, quantità di omaggi alla storia del cinema capaci da soli di simboleggiare e riassumere l’intero significato del film. La la land come metafora di Los Angeles, la città delle chimere e della settima arte, ma anche come la realtà degli artisti sognatori, che è parallela al quotidiano e che tenta, non senza difficoltà, di resistere alle difficoltà di una vita comune tacciata da difficoltà, inciampi e contrattempi. Sogno contro realtà, realtà come sogno, questo il cuore di un’opera diventata cult ancor prima di uscire in sala e che tale resterà negli annali.

Moulin Rouge (2001) – Disney+

Satine è la prima stella nel famoso locale parigino Moulin Rouge e si innamora di Christian, aspirante scrittore alla ricerca di sé stesso. La loro avventura è destinata a sconvolgere i già precari equilibri di un luogo e di una compagnia con difficoltà economiche e alle prese con la realizzazione di uno spettacolo teatrale.
Caleidoscopico regista australiano con un talento per la messa in scena di musical e immaginari barocchi, nell’ormai lontano 2001 Baz Luhrmann si è dedicato alla realizzazione di questo Moulin Rouge ispirandosi alla drammatica vicenda narrata nella Traviata verdiana e contaminandone la trama con elementi tratti dal Moulin Rouge originale, film diretto dal John Huston nel 1952 che racconta la vita del bohèmien per eccellenza, il pittore Henri Toulouse de Lautrec. Ma non è tutto: la visionarietà dell’opera di Luhrmann è infatti dettata anche dalla componente sonora, che nel raccontare per tappe la tragica storia d’amore tra Satine e Christian convoca alcuni dei maggiori successi della musica pop mondiale e li mescola in un medley di ritmo e azione a cui è impossibile resistere. A 22 anni dall’uscita nelle sale un pubblico contemporaneo potrebbe forse definirlo a tratti eccessivamente denso e virtuosistico, ma Moulin Rouge! è una di quelle esperienze per cui, almeno una volta nella vita, vale la pena concedersi una cauta sospensione dell’incredulità per godersi il calcolatissimo caos di un sogno romantico.

Maria Letizia Cilea