La prima fase della decolonizzazione In poco meno di 10 anni, la presenza europea in Asia si ridusse ad alcune aree urbane

I processi di decolonizzazione si concentrarono in larga parte in due diverse fasi temporali per molteplici motivi. La prima fase coincise con il decennio successivo al secondo dopoguerra e interessò le estese ed eterogenee colonie dell’Asia meridionale e si concluse con la fine dell’impero coloniale francese in Indocina a seguito della sconfitta subita dalla Francia per opera dei Viet Minh nella battaglia di Dien-Bien-Phu il 7 Maggio 1954.
Il secondo periodo riguardò soprattutto i primi anni sessanta, durante i quali giunsero all’indipendenza numerosi domini coloniali europei in Africa. Fecero eccezione le colonie dell’impero portoghese, presente sia in Asia sia in Africa, che diventarono indipendenti nel 1975, poco dopo il colpo di stato (25 Aprile 1974) che mise fine al regime dittatoriale salazarista.
In Asia le prime colonie a rivendicare l’indipendenza furono quelle direttamente coinvolte nella seconda guerra mondiale e il successo della loro azione produsse inevitabili ripercussioni sui domini coloniali limitrofi. Le Filippine, arcipelago del Sud Est asiatico che conta più di 7.00 isole, furono la prima colonia a raggiungere la piena indipendenza. Dopo la lunga dominazione ispanica era divenuta colonia degli Stati Uniti con il trattato di Parigi del 1898 ed Emilio Aguinaldo, il capo del movimento per l’indipendenza filippina, che nel frattempo aveva proclamato la repubblica, continuò senza risultati la guerra contro gli Americani fino al 1901. Riconosciuto l’autogoverno della colonia nel 1916 con il Jones Act, nel 1934 il Congresso statunitense s’impegnò a concedere l’indipendenza entro dieci anni, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale cambiò completamente il corso degli eventi. L’8 Dicembre 1941, il giorno successivo all’attacco di Pearl Harbor, i Giapponesi invasero il territorio delle Filippine e, dopo avere vinto la resistenza delle forze filippino-statunitensi (8 Maggio 1942), instaurarono il loro regime di occupazione appoggiandosi alla classe dirigente locale. Il popolo reagì organizzandosi nel movimento guerrigliero di resistenza filocomunista degli Huk (Hukbalahap: esercito del popolo contro il Giappone) e si basava soprattutto sui contadini. Il presidente USA Roosevelt nel 1943 annunciò che le Filippine avrebbero ottenuto l’indipendenza appena si fosse conclusa la guerra con la vittoria sui Giapponesi. Conclusa la riconquista dell’arcipelago nel Luglio del 1945, l’indipendenza divenne effettiva il 4 Luglio 1946 con la formale rinuncia degli Stati Uniti alla sovranità sulle Filippine.

Romeo Ferrari