La vera storia della bomba atomica In scena il narratore e divulgatore Roberto Mercadini con il monologo “Little Boy”

Little boy, alla lettera “ragazzino”: è il nome in codice della bomba atomica sganciata su Hiroshima il 6 agosto del 1945. Con un sarcasmo atroce, il nomignolo affettuoso all’ordigno che provocherà la più grande strage di tutti i tempi: 160.000 vittime. Un racconto accurato e appassionato, dai primi risultati della fisica quantistica all’esplosione. È il fulcro dello spettacolo che Roberto Mercadini, narratore, autore-attore, poeta e divulgatore, porterà per la prima volta al Teatro Ristori di Verona domenica 22 ottobre alle 20:30. Un monologo in stretta correlazione con l’attualità e l’uscita cinematografica di Oppenheimer, pellicola centrata sul padre della bomba atomica. Prevista una replica lunedì mattina per il progetto Educational dedicato alle scuole dell’infanzia fino alle superiori, per formare un nuovo pubblico curioso e affascinato dal mondo teatro.
Little Boy, scritto e diretto da Roberto Mercadini con musiche interpretate dal vivo di Dario Giovannini, è un concentrato di estremi che si toccano: una narrazione piena di ironia e di orrore, di calcoli perfetti e di casualità assurde, genio e idiozia, domande che hanno troppe risposte o che non ne hanno alcuna. Ed è piena anche di “little boys”, “ragazzini” memorabili: come Niels Bohr che, ancora studente, sbalordisce il suo insegnante di fisica con una risposta apparentemente sconclusionata; Werner Heisenberg a soli 21 anni già collaboratore di Bohr e vincitore del premio Nobel un decennio dopo; il quattordicenne Enrico Fermi che divora un testo di fisica del 1800 scritto in latino. L’autore e attore cesenate, con una frizzantezza e un’ironia pedagogica tutta romagnola, rievocherà così l’amicizia tra i fisici Heisenberg e Bohr, le cui scoperte scientifiche hanno portato alla creazione della bomba atomica; le fasi della Seconda Guerra Mondiale, anno per anno, fino allo scoppio dagli ordigni che pongono fine nell’agosto del 1945 alla guerra che ancora si combatteva tra Giappone e Stati Uniti. Mercadini, in “un’esigenza narrativa primordiale sempre diversa, in base alla reazione del pubblico” fa riflettere lo spettatore su quanti passaggi sono compiuti prima di un evento catastrofico. Quante scoperte, quante relazioni e condivisioni di idee sono intrecciate, che in qualche modo sfiorano anche il nostro tempo e la nostra esperienza personale.