Le case popolari nel distretto ovest A Sona sciolto il nodo dell’Imu: così si possono destinare maggiori risorse agli immobili inagibili

Sala gremita a Sona per il convegno «Abitare il futuro», promosso da Ater Verona e dall’Ambito Territoriale Sociale – Distretto Ovest. Un importante incontro per tracciare gli indirizzi gestionali delle case popolari nel Distretto ovest e nella Provincia veronese. Soprattutto, dopo la sottoscrizione della convenzione, firmata, il 7 marzo scorso, fra l’ATER e ATS, denominata “Gestione Coordinata delle Politiche Abitative”.
Ad accogliere i presenti, il sindaco di Sona e presidente del Comitato dei Sindaci Gianfranco Dalla Valentina, che rimarca lo stato di emergenza abitativa nel territorio veronese e si dichiara tuttavia fiducioso sulle soluzioni che verranno proposte durante il dibattito. Sul tavolo dei relatori sono presenti: il Presidente e il Direttore di ATER Matteo Mattuzzi e Franco Falcieri; i rappresentanti del Tavolo tecnico Lina Ferrari e Stefano Valentini per l’ATER, Massimo Giacomini per l’Ambito e Marilinda Berto in rappresentanza del Comitato dei Sindaci mentre, per la parte tecnica, sono presenti gli avvocati Antonio Chiarello e Maria Suppa, esperti di diritto tributario.
Tre sono i temi che sono stati affrontati: i risultati raggiunti dal Tavolo tecnico nell’anno 2023; le procedure normative e giuridiche in materia di IMU e alcuni esempi di modalità operative nell’applicazione del modello di riduzione, fino all’esonero dell’IMU. «Il focus principale di questo incontro- ci spiega il direttore Franco Falcieri – è sicuramente la normativa riguardante l’IMU. Infatti, le risorse economiche degli Enti che si occupano di edilizia residenziale, sono sempre più esigue, per questo, a fronte di richieste sempre maggiori di alloggi, dobbiamo trovare soluzioni immediate per poter mettere mano agli appartamenti sfitti e inagibili. La soluzione proposta dalla convenzione, sottoscritta il 7 marzo, è oggetto di discussione affinché si possano comprendere le procedure che i Comuni dovranno attuare in tal senso. Di sicuro sgravare dal pagamento dell’IMU gli alloggi sfitti dell’ATER, consentirebbe di avere maggiori risorse finanziarie, da poter utilizzare per il recupero del patrimonio abitativo esistente».
Un prezioso lavoro in merito lo sta svolgendo il Tavolo tecnico che ha operato sia per individuare i criteri, per definire le priorità nella fase di ristrutturazione degli alloggi, sia a riguardo dei requisiti necessari per gli alloggi sociali. «Da marzo – spiega Marilinda Berto – ci siamo riuniti ben sette volte, attivando una serie di azioni condivise per sdoganare le vecchie procedure e attivare una rete di coordinamento capace di dialogare trovando soluzioni condivise dalla mappatura degli alloggi, ai criteri di assegnazione». La strada dunque è tracciata, ma restano ancora da risolvere alcuni cavilli normativi che subito gli avvocati Suppa e Chiarello chiariscono: «La questione normativa, per quanto riguarda il pagamento dell’IMU, relativo ai fabbricati destinati all’Housing sociale, non è chiara. Certo è che la direzione giuridica (in attesa anche si pronunci la Corte di Cassazione sulla questione) consente agli immobili, che hanno i requisiti di «alloggio sociale» e ne sono concretamente destinati, l’ipotesi di escluderli dal pagamento dell’IMU. Perciò in questo senso è fondamentale che ci sia un dialogo costante tra Amministrazioni, Uffici Tributi e ATER, per chiarire quali sono gli immobili che hanno i requisiti richiesti e per escluderli dal pagamento dell’IMU».