“L’EVASIONE DANNEGGIA GLI ALLEVATORI” Per Valente è un fenomeno che va combattuto. Qui suini e bovini di qualità, ma aziende in difficoltà

Evasione dell’Iva, concorrenza sleale e burocrazia: Son questi tre “Moloch” con i quali devono ogni giorno fare i conti le aziende zootecniche veronesi famose per i loro suini e soprattutto i loro bovini.  L’ultimo episodio in ordine di tempo sul quale ha appuntato la sua attenzione la Coldiretti veronese riguarda per esempio un’azienda della vicina Mantova, che  nel giro di appena tre anni, è riuscita ad evadere cinque milioni e mezzo d’ Iva utilizzando fatture false per oltre 72 milioni di euro.

EVASIONE. A scoprire la consistente frode è stata la  Guardia di Finanza, che ha denunciato, a vario titolo, quindici persone. In poche parole, i protagonisti di questa evasione, attraverso diverse società, compravano bovini in Francia senza pagare l’Iva, che in Italia però veniva addebitata al cliente. Tutto servendosi di alcune società  a responsabilità limitata. “Bisogna scoperchiare il fenomeno dell’evasione e dell’elusione dell’Iva”, sbotta Claudio Valente, presidente di Coldiretti Verona. “Questo fenomeno -aggiunge-  affossa i nostri produttori e mette ogni giorno a repentaglio la credibilità del valore e dell’eccellenza della nostra zootecnia veneta e veronese. Non tutti si comportano così in Italia -ha proseguito Valente- ma questo è un modo di fare allevamenbto che va a falsare la concorrenza tra le aziende sane, che non possono competere con i prezzi bassissimi degli evasori, inficiando la qualità dei prodotti e la sicurezza finale del consumatore”.

MADE IN VERONA. Un altro aspetto è rappresentato dalla necessità di valorizzare i prodotti locali. “Abbiamo vere eccellenze che non hanno la giusta visibilità”, aggiunge il presidente di Coldiretti Verona, “basti pensare ai prodotti derivati dalla trasformazione del latte. A livello provinciale il panorama della produrione è variegato, con un’offerta polverizzata: dei quasi 8 mila quintali di latte prodotti al giorno ne viene trasformato a Verona poco più del 30% e a pagarne il prezzo sono i prodotti come il Monte Veronese Dop”.

FISCO. Ma ad affossare il comparto ci sono anche costi, fiscalità, norme, burocrazia che variano in ogni Paese. Viviamo in un sistema di regole rigide e costose, inserito in una Comunità Europea dove tutto è diverso con enormi variabili in ognuno dei 27 Paesi. Così c’è bisogno di regole certe,  a partire, per esempio, dall’etichettatura per la provenienza del latte. Dovrebbe entrare in vigore i primavera e potrebbe dare una boccata d’ossigeno al settore. Sulla carne è stato fatto e i risultati si sono visti. Lo stesso procedimento dovrebbe essere riservato anche al settore lattiero-caseario. In otto mesi, lo ricordiamo, hanno chiuso 147 aziende: a Verona sono stati chiusi 30 allevamenti. Ora sono 596.

F. N.