Lombardia fa la rima con nostalgia

Pensieri fuori porta, pensieri in libertà. Sabato si è chiusa la stagione del ciclismo, col Giro di Lombardia, la classica delle “foglie morte”. Una delle corse più importanti della stagione. Da sempre. E’ finita con la vittoria di tale Mollema, non un big, ma è finita soprattutto col miglior italiano, Visconti, al 17° posto. Un mezzo disastro, se la guardiamo dal nostro punto di vista. Gli altri italiani? “Mi si è spenta presto la luce” ha detto Vincenzo Nibali, il numero 1 del nostro ciclismo. Succede, per carità. Ma in questo caso, Giro di Lombardia fa rima con nostalgia. Nostalgia di un ciclismo dove i Gimondi e i Moser, gli Adorni e i Saronni, giusto per dare dei nomi, erano sempre in prima fila, da febbraio a ottobre. E al Giro di Lombardia erano sempre tra i più vivi. Quando una stagione durava dieci mesi e non dieci corse. Certo, il ciclismo è cambiato, come il mondo. Ma non si può non provare, ancora una volta, un po’ di nostalgia…