Love addiction: cos’è e come si cura La dipendenza affettiva porta spesso con sè uno stato di depressione o di ansia

La dipendenza affettiva, per insufficienza di dati sperimentali, non rientra tra i disturbi mentali diagnosticati nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5 American Psychiatric Association, 2013). La love addiction, (come la controdipendenza e la codipendenza) si può annoverare tra le New Addiction. Si tratta di una dipendenza emotiva che non riguarda solo le relazioni amorose, ma può caratterizzare anche un legame familiare o un rapporto di amicizia. I rapporti di dipendenza che si instaurano, in questi casi, sono basati su un legame insano, nel quale la ricerca dell’altro è, in realtà, la continua analisi di una conferma del proprio valore e il tentativo di colmare un vuoto interiore.
Le caratteristiche di una dipendenza affettiva si intrecciano, in parte, ai tratti di una personalità dipendente. Ma mentre la dipendenza affettiva si riferisce alle relazioni sentimentali, chi ha una personalità dipendente tende a manifestare questa caratteristica, in maniera pervasiva, in diversi aspetti di vita. Le persone con dipendenza affettiva tendono a evidenziare una bassa autostima e a coltivare l’idea di non essere e valere mai abbastanza. Hanno difficoltà a prendere decisioni in autonomia, bisogno che altri si assumano la responsabilità di ambiti della loro esistenza e sono incapaci di delimitare spazi/confini. La relazione è vissuta come fusione con l’altro. Il pensarsi e viversi in simbiosi, fa sì che chi ci soffre di questa condizione, conviva con il terrore dell’abbandono e sperimenti ansia al solo pensiero di rimanere solo. Per la percezione di sè, di persona vulnerabile, insicura e persuasa della propria scarsa amabilità, il dipendente affettivo sceglierà spesso un partner poco attento ai suoi bisogni, scarsamente amorevole, difficilmente rispettosa e disponibile. Tale scelta confermerà l’idea di non essere meritevole di attenzioni e amore, innescando un circolo vizioso. Di solito il partner complementare è un soggetto, solo apparentemente, sicuro di sé, che rientra nell’ambito delle personalità narcisistiche, con uno stile di attaccamento relazionale evitante. Tale figura cerca come compagno di vita una “vittima” per soddisfare il proprio bisogno di potere ed esercitare controllo, in quanto uniche modalità con cui riesce a stare in relazione con l’altro. Il meccanismo che si instaura, per il soggetto dipendente affettivo, quando è in relazione con un altro/a è simile a quello che si crea tra una persona e le sostanze psicoattive. Queste ultime, infatti, mentre vanno nel momento dell’assunzione parzialmente a coprire, in una sorta di auto-medicamento, un vuoto emotivo, nel tempo scavano aumentandone la profondità ad ogni nuova dose e imbrigliando la persona in un loop sempre più pericoloso. Tra le ragioni che possono portare un dipendente affettivo a chiedere un supporto psicologico, è spesso presente uno stato depressivo e/o di ansia, conseguente a una separazione o al timore che questa possa a breve verificarsi. A seconda della gravità del quadro clinico, la dipendenza può essere affrontata con la combinazione di vari approcci: psicoterapia, gruppi di auto mutuo-aiuto e psicoterapeutici, trattamento psicofarmacologico.

Sara Rosa, psicologa e psicoterapeuta